venerdì, 04 luglio 2025
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“Carissimo” gelato!

Il balzo dei prezzi è del 41 per cento in quattro anni, del 9 per cento in dieci mesi. Riguarda soprattutto i gelati industriali, che sono anche sempre più “piccoli”. I motivi ci sono, ma è giusto vigilare

Da compagni delle serate estive, refrigerio nelle assolate giornate al mare, occasione di ritrovo semplice ed economica per il gruppo di amici, i gelati stanno diventando beni di lusso. Un’indagine di Ferconsumatori “gela” gli entusiasmi per quest’estate. Cono, coppetta o stecco saranno cari, molto cari. In 23 anni, dal 2002 al 2025, il balzo è stato del 138 per cento. Dal 2021 al 2025, i gelati hanno scalato i consumi, ma anche i listini con un incremento del 41 per cento. Quest’anno, anche il più distratto ha capito che qualcosa è cambiato: in soli 10 mesi il balzo è stato del +9 per cento. Stranamente, crescono di più i gelati industriali, quelli in confezione con lo stecco (+24 per cento), o in vaschetta (+23 per cento).

Il classico gelato con lo stecco, costava 30 o 50 lire nel 1970, e, per i redditi di allora, era economico e a portata di “mancia”, per bambini e ragazzini. “Vai a prendere un gelato” diceva l’adulto per un piccolo lavoretto o per un bel voto a scuola. Adesso, per quello ricoperto o pralinato, con lo stecco, ci vogliono 2,80 euro, circa 6 mila lire di allora. Dal 2002, è cresciuto di 1,90 euro. Il cornetto confezionato, a 2,50 euro, è raddoppiato dal 2002. Se prendiamo il gelato confezionato al chilo, in un solo anno è aumentato di un euro.

Cambia anche il modo di proporre il gelato e di consumarlo: se nelle gelaterie artigianali i coni si fanno sempre più grandi e particolari (da quelli al cacao, a quelli mandorlati, a quelli nella versione priva di glutine), e, quindi, anche più cari, i gelati confezionati (coni e stecco) sono sempre più piccoli. Specialmente i gelati a stecco si sono “rimpiccioliti” del 15 per cento, rispetto al 2002.

Ma cosa succede? In fin dei conti il gelato è una produzione semplice, basata su ingredienti di facile reperibilità. Nella realtà, le cose sono più complesse: serve energia elettrica per far girare le macchine; il latte, lo zucchero e, soprattutto, il cacao sono aumentati nell’ultimo anno. Per mantenere bassi i prezzi, qualcuno ha, appunto, rimpicciolito i gelati. Ma, in ogni caso, dal 2022 a oggi, un cono piccolo in gelateria è passato da 1,50 euro a una media di 2,90 euro, quasi il doppio. Un gelato confezionato - ad esempio un cono industriale - costava 1,20 euro nel 2022 e oggi si acquista a 2,50 euro.

Per ora i consumi tengono, specie in giorni di grande caldo, ma fino a quando? Il suo aumento crea preoccupazione, perché da piacere accessibile a tutti, anche alle fasce più vulnerabili, il gelato diventa un lusso per pochi. Occorre spiegare a fondo questi prezzi schizzati improvvisamente, monitorare la situazione, perché qui si vede chiaro il potere d’acquisto dei consumatori, e forse è meglio monitorare un settore dove è così evidente il trucco di mantenere il prezzo identico, diminuendo la quantità di prodotto, in qualche modo ingannando il cliente.

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