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Conferenza “Capire Gino Rossi”

13/03/2025

Venerdì 14 marzo alle ore 20.45 in Casa Robegan a Treviso, Fondazione Mazzotti celebra l’artista Gino Rossi (Venezia, 6 giugno 1884–Treviso, 16 dicembre 1947).

Il prof. Nico Stringa, tra i più autorevoli studiosi di Gino Rossi, terrà una conferenza dal titolo “Capire Gino Rossi” in cui racconterà con un taglio inedito, la vicenda artistica del pittore, di origine veneziana ma trevigiano d’adozione, soffermandosi in particolare nella prima fase: dagli esordi alla stagione cubista.

“Gino Rossi è un artista complicato da comprendere- spiega Nico Stringa - in questa serata vorrei ripercorrere la sua attività artistica a partire dalla sua prima partecipazione a Ca’ Pesaro nel 1909 quando espone il Pescatore Bretone fino alla fase cubista degli anni ’20. Se in quest’arco temporale togliamo il periodo difficile della Prima guerra mondiale e della prigionia, restano circa quindici anni di serenità, anni in cui cambia almeno quattro volte il modo di affrontare la pittura.

Evidenzierò questi mutamenti affrontando tre tematiche: i ritratti, i paesaggi e le nature morte, e vedremo come le trasformazioni si possono comprendere solo tenendo conto dei grandi cambiamenti storici e delle scelte che l’artista mette in campo a seconda dell’ampliarsi della formazione culturale in particolare dalle influenze europee”.

Nell'occasione l'ing. Giuseppe Innocente di Treviso formalizzerà alla Fondazione Mazzotti la donazione di una cinquantina di disegni autografi di Gino Rossi risalenti al periodo di ricovero dell'artista al Sant'Artemio.

“Da tempo avevo in mente di donare questi disegni acquistati da mio padre, a una istituzione perché potessero essere valorizzati- afferma Innocente - la scelta è ricaduta su Fondazione Mazzotti considerando che la raccolta era un tempo passata da Bepi Mazzotti e il forte legame che Mazzotti ha sempre avuto con Gino Rossi”.

La Fondazione Mazzotti arricchisce il suo archivio con l’intenzione di far conoscere e valorizzare il patrimonio quanto prima.

“Siamo molto felici di questo dono – commenta il presidente di Fondazione Mazzotti, Andrea Simionato- con l’incontro in programma venerdì sera, abbiamo voluto creare un primo momento per ricordare Gino Rossi, lo scorso anno che erano i 140 anni dalla nascita, poteva essere un’occasione per riportare l’attenzione su questo grande artista, ma vogliamo recuperare e iniziamo con l’onorare questa donazione”.

I disegni, provenienti in modo diretto dalla raccolta di Bepi Mazzotti, sono stati in parte studiati da Maria Elisabetta Gerhardinger che ha pubblicato il suo saggio nella rivista “Fragmenta. Studi trevigiani di scienze storico-artistiche e archeologiche” 03. 2023 (Antiga Edizioni).

Per la serata una piccola selezione di questi fogli verrà esposta in delle teche. Introdotta da Chiara Voltarel, ne parlerà Maria Elisabetta Gerhardinger, autrice del saggio “Cartacei inediti di Gino Rossi al Sant’Artemio: osservazioni preliminari alla redazione di un Catalogo ragionato”.

“L’artista, con padronanza e coerenza di segno, vi riportò memoria di opere fondamentali della sua cultura visiva; elaborò reminiscenze di proprie opere; appuntò nuove suggestioni.

Su carte varie e di recupero usò matite e pastelli a cera neri, ma anche marroni, verdi, azzurri e associazioni di rosso, giallo e blu. Su alcuni fogli c'è la firma (o le sole iniziali) 'Gino Rossi', su altri anche righe manoscritte. Soggetti sono quasi esclusivamente figure, teste, dettagli di corpi. Sebbene non si tratti di opere d'arte compiute, nel corpus sono evidenti nuclei distinti e 'linee evolutive' del percorso mentale dell'artista. Dall’analisi di queste opre si anticipano alcune note preliminari, utili all'indagine sul perdurante rapporto di Gino Rossi, pur malato e ricoverato, con il linguaggio visivo”.

Per informazioni: info@fondazionemazzotti.com

Gino Rossi è nato a Venezia nel 1884 e fin da giovane ha manifestato una forte inclinazione, diventata poi passione, per la pittura; nel contempo ha evitato di frequentare le accademie, maturando da autodidatta una sua attrazione per la pittura francese, in particolare frequentando i luoghi della Bretagna resi famosi dai pittori “sintetisti” come Gauguin e Serusier.

Sposatosi giovanissimo con la pittrice Bice Levi Minzi, ha visitato i musei d'Europa, attento all'arte degli artisti medievali e agli sviluppi del postimpressionismo.

Ha partecipato dal 1909 alle mostre giovanili Bevilacqua di Venezia, dirette da Nino Barbantini. Trasferitosi a Burano ha vissuto a fianco dei pescatori ritraendone le sembianze in chiave espressionista, legandosi con Martini, Moggioli, Casorati in nome della libertà nell'arte e nella vita.

Dal 1913 ha vissuto nelle colline del trevigiano fino alla Grande Guerra quando ha combattuto al fronte; fatto prigioniero ha conosciuto la vita del lager, ritornando in patria profondamente scosso da quella esperienza. Dal 1919 ha vissuto tra Padova e il Montello dove ha anche svolto attività di insegnamento, spesso in dialogo con Nino Springolo. I dipinti degli anni '20 sono intonati a una profonda trasformazione, in toni di severa monumentalità e di dolorosa esperienza di vita.

Nel 1926, colpito da malattia mentale, ha vissuto a Treviso fino alla morte, sopraggiunta alla fine del 1947.

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