giovedì, 31 luglio 2025
Meteo - Tutiempo.net

Festeggiati i dieci anni di casa del Campo a Cavaso del Tomba

Progetto di socialità per persone con autismo

“La casa è stata danneggiata gravemente per ben tre volte. Abbiamo sempre ricominciato. Fin dal principio il nostro obiettivo era dimostrare che, con gli autistici gravi e gravissimi, si può passare dalla fase della contenzione alla vita sociale”. Una scommessa vinta, secondo Giuseppe Possagnolo, presidente della fondazione Castelmonte, che dieci anni fa fondò Casa del campo a Cavaso del Tomba, in località Granico. Sabato 12 luglio si è festeggiata questa prima lunga fase di lavoro, presenti le autorità civili. “Con mezzi propri della Fondazione acquistammo questo immobile cinque anni prima di aprire la struttura, e grazie a una convenzione con l’Ulss di Feltre e Asolo siamo partiti. L’idea la prendemmo dal professor Lucio Moderato, dell’Università Sacra Famiglia di Milano, che era convinto che si potevano coinvolgere le persone autistiche gravi e gravissime in un progetto di socialità. Dei primi dieci si sono ritirati soltanto tre: uno per ragioni sanitarie, un’altra è in una casa di riposo. Solo una famiglia ha rinunciato. Abbiamo avuto altri tre ingressi e negli anni questa è rimasta la comunità”.

Gli operatori hanno un rapporto di 1,5 a paziente, quindi più di venti in totale; sono operatori socio sanitari, educatori e uno psicologo, e fanno due turni. “Sono persone straordinarie, immaginate cosa significa lavorare con persone che, non è esagerato dirlo, fino al giorno prima erano dentro a gabbie. Per tre anni siamo stati anche senza psichiatra. Oggi abbiamo un rapporto organico con l’Ulss. Abbiamo un generoso medico di base, il dottor Massimo Pisciotta, sempre pronto alle emergenze”. Ora c’è bisogno di rinnovare la convenzione con le Ulss, ferma da tre anni, mentre il contratto delle cooperative ha avuto già due rinnovi.

“Agli ospiti vengono proposti dei laboratori durante il giorno. Tra le attività anche la partecipazione al coro, che è particolarmente utile. Devo sottolineare la qualità delle nostre operatrici, che hanno una grande forza, riescono a convincere questi pazienti a relazionarsi e ottengono dei risultati che nessuno pensava fossero possibili”. Oltre ai laboratori, la località offre la possibilità di passeggiate e di trascorrere del tempo all’aria aperta. “Dobbiamo considerare che sono persone che non hanno alcuna capacità di autogestione. Ormai siamo sempre più convinti che questa soluzione sia un’opzione strategica per gestire l’autismo. Il progetto ora si estenderà con l’apertura di un centro simile a villa Fietta, presso gli Istituti Filippin. Prevediamo altri dieci posti. Un progetto con autistici un po’ meno gravi, che condurremo con la cooperativa Kirikù e con Vita e Lavoro. Proprio in questi giorni la proprietà ha avviato i lavori per la sistemazione dei locali per queste attività”.

Significative le parole con cui Diletta Maggioli ha concluso la cerimonia del decennale: “Casa del campo ha vissuto fragilità, sogni, silenzi e presenze. In questi anni abbiamo imparato che si può comunicare senza parole e che la cura è un’impresa collettiva. I nostri ospiti sono senza filtri, animati dal valore dei piccoli passi”.

Presenti i sindaci di Possagno e Cavaso, la cerimonia è stata animata dal Coro Valcavasia, dalle associazioni del paese, dai genitori degli ospiti e, infine, dagli autentici protagonisti: i ragazzi di Casa del campo.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
10/04/2025

Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...

TREVISO
il territorio