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Pieve di Castelfranco: grazie, don paolo!

Un saluto impegnativo e, però, festoso quello che domenica scorsa ha vissuto la collaborazione pastorale di Castelfranco, e in particolare la comunità di Santa Maria della Pieve che ha salutato dopo 14 anni don Paolo Marconato, in procinto di lasciare la parrocchia castellana per assumere l’incarico di parroco a Caerano di San Marco

Un saluto impegnativo e, però, festoso quello che domenica scorsa ha vissuto la collaborazione pastorale di Castelfranco, e in particolare la comunità di Santa Maria della Pieve che ha salutato don Paolo Marconato, in procinto di lasciare la parrocchia castellana per assumere l’incarico di parroco a Caerano di San Marco.

“Un momento bello di relazioni, ma anche impegnativo - ha detto introducendo la santa messa, concelebrata da diversi sacerdoti, tra i quali l’attuale parroco del Duomo, don Claudio Bosa, e il precedente, don Dionisio Salvadori -; lo possiamo superare con la forza, l’impegno e la testimonianza di tutti, riconoscendo ancora una volta l’amore provvidenziale del Signore sulle nostre vite”.

E, in effetti, ne sono accadute di cose in questi 14 anni di vita, condiviso tra il pastore e la comunità che gli è stata affidata. Anni di impegno nella Collaborazione pastorale castellana, di iniziative concrete, di progetti portati a compimento - la chiesa, la scuola paritaria, il campanile -, di cammino insieme.

“E’ un passaggio impegnativo della mia vita, un sì al vescovo Michele per questo cambiamento, che è nato dentro alla scelta fatta fin dall’inizio della mia vocazione presbiterale. Nel mio cuore, si agitano molte domande: posso iniziare una nuova vita - per la quarta volta - come parroco? Avrò le forze necessarie per conoscere e accompagnare una nuova parrocchia? Qui alla Pieve tutti mi conoscete, e non è facile rinunciare al clima positivo, alle opportunità, all’esperienza della collaborazione con altri sacerdoti, così preziosa nella diversità e nella condivisione”.

Condivide, don Paolo, queste difficoltà, con chi gli sta accanto e con la comunità tutta che ringrazia di cuore, consegnando al Padre fatiche e resistenze nella convinzione che la strada di Gesù è ricca di doni. “Ringrazio il Signore per non avermi mai fatto mancare la sua compagnia, tutti i preti con cui ho collaborato, e i parrocchiani. Qui ho vissuto una stagione importante della mia vita e importanti esperienze di fede. Mi scuso se non sempre ho saputo comunicare l’amore di Dio, e invito a continuare a camminare sulla strada percorsa insieme, levando la lode per il Signore che salva il suo popolo, fedele per sempre. Nella sua paternità tutti i nostri legami fraterni resteranno vivi”.

“Con gioia e gratitudine ti esprimiamo il nostro affetto - ha ribadito Sabrina Favaro in rappresentanza del Consiglio pastorale -. Questo è il momento delle emozioni, dei ricordi, delle riflessioni. Conosciamo la tua disponibilità senza pari, pur con un carattere schivo; la capacità di accogliere e ascoltare per essere porto sicuro con generosità ed empatia, partecipando a momenti di gioia, ma anche fatica; la dedizione alla comunità da sereno costruttore di fraternità e collaborazione. La tua fede solida ha guidato anche il nostro cammino. Ci mancherai - ha concluso - ma continueremo ad avere quello che ci hai donato: amicizia, dedizione, fede”. In regalo per lui un album di foto, una lampada, una sedia per il suo studio.

“Oggi lasci un’eredità importante dopo aver raccolto il testimone quattordici anni fa - ha ricordato anche il sindaco, Stefano Marcon -. La comunità è cresciuta, mentre tu hai caratterizzato il tuo mandato con azioni concrete, alcune materiali, altre immateriali. Forse schivo, ma sincero, leale, vero. E con queste qualità hai aiutato tutti a crescere con relazioni autentiche”. A don Paolo, da parte della comunità civile il dono di una pubblicazione su Giorgione. E infine, dalla voce di una bambina del gruppo “famiglie young”, il ringraziamento per aver saputo accompagnare, accogliere e partecipare della vita ordinaria delle persone della comunità della Pieve.

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