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Treviso apre l’Alzheimer Fest

È un ritorno molto gradito, anche quest’anno a Treviso, quello dell’Alzheimer fest, una vera e propria festa itinerante, nata nel 2017, che coinvolge numerose province italiane. Per la prima volta il capoluogo della Marca ha il privilegio di aprire le danze, il 6 settembre, con eventi ricreativi e di approfondimento gratuiti diffusi in tutto il centro storico; sono tutti organizzati da Israa in collaborazione con il Comune di Treviso e l’Ulss2 Marca Trevigiana.
“Stille di vita”
In 15 tappe italiane, dal 6 settembre con Treviso e Gavirate fino al 19 ottobre con Brindisi, questa nuova edizione di Alzheimer fest si concentrerà sui 40 (e più) “fattori” che migliorano la qualità della vita delle persone con demenza. Accompagnamento, curiosità, ironia, passione, rispetto, ascolto, tenerezza e tante altre che come gocce - “stille” - di una pozione magica diventano un balsamo curativo per quanti convivono con queste malattie. Si tratta di una risposta a quelli che una ricerca scientifica della Commissione Lancet, nel 2024, ha definito e individuato come 14 “fattori di rischio”, cioè quelli che aumentano la probabilità di sviluppare una demenza, tra cui bassa istruzione, fumo, inquinamento atmosferico, depressione e alti livelli di colesterolo. Fondamentale, in questo senso, è la prevenzione, ma nella metà dei casi, spiegano gli organizzatori dell’Alzheimer fest, la demenza non deriva da quei fattori di rischio; una malattia che non va più via, ma che si cura, questa volta nel cento per cento dei casi, con quelle “stille di vita” che sono al centro della manifestazione.
Gli eventi
A Treviso, dal 2019 tappa dell’Alzheimer fest, si parte venerdì 5 settembre con un prefestival all’insegna della “saggezza”: alle 17 e alle 18 due incontri sulla prevenzione e sul lavoro dei Centri di sollievo territoriali, seguiti da un aperitivo conviviale e alle 19.30 la proiezione di “Human forever”, docufilm girato in 11 Paesi per capire come migliorare la qualità della vita delle persone con demenza. Sabato, dalle 9.30 a sera, si prospetta la giornata clou, diffusa in tutto il centro storico, tra piazza dei Signori, piazza Monte di Pietà, Porta San Tommaso, piazzale Burchiellati, la Brat e borgo Mazzini (che rimarrà chiuso al traffico). La città si anima con i punti informativi sui servizi dedicati, presenze artistiche, letture, canti, musica, laboratori, danza, attività ludiche, ma anche conferenze. Tra i tanti eventi, si segnalano il “corteo musicale” della Fankasin street band, alle 15.30, e l’esibizione del coro dell’Università popolare di Treviso, condotto da Erica Boschiero, alle 18.15. Inoltre, le letture per bambini dai 6 ai 10 anni alla Brat, guidate dagli anziani, in un’ottica virtuosa transgenerazionale. In biblioteca è anche possibile trovare un presidio fisso di consigli di lettura sul tema per i bambini e per i ragazzi.
Dignità e indignazione
Lo slogan scelto per questa edizione, “Non è mai troppo tardi”, è ispirato al noto programma televisivo di Alberto Manzi e ci parla di un tema che per (ancora) molte persone coinvolte è vissuto come uno stigma; non è mai troppo tardi per uscire dall’isolamento, ma nemmeno per conoscere una realtà sociale che non può e non deve essere ignorata. Il festival diventa, quindi, un’occasione per unire entrambe le sfere: chi con la demenza ci convive e chi non ne sa abbastanza. In equilibrio tra festa popolare e convegno scientifico, la rassegna, così come l’impegno quotidiano di Israa e delle associazioni del territorio, si propone di comunicare la dignità di una vita segnata direttamente o indirettamente dalla demenza, ma anche l’indignazione di chi sa che si dovrebbe fare molto di più. “Senza nascondere le difficoltà e moltiplicando le energie” spiegano gli organizzatori, l’appello è a “mettersi insieme per esigere che le cose cambino per il meglio”.
Cultura della rete
“Il festival parte da Treviso, non a caso” si è detto in conferenza stampa. Di certo parliamo di un territorio molto impegnato, grazie a un importante lavoro di rete che, come ha sottolineato Paola Vescovi, direttrice dei Servizi socio sanitari dell’Ulss 2, è fondamentale per dare risposte concrete alle persone. Ma quali? “In Italia le persone con demenza sono 1,4 milioni, ma quelle coinvolte arrivano a 6 milioni”, ha spiegato il direttore di Israa, Giorgio Pavan. Tanti sono anche gli operatori del settore, nonché i volontari. In questa rete operosa ci sono anche i Centri per il sollievo, 49 in provincia di Treviso (in 54 Comuni), che vedono ben 862 volontari e volontarie, che solo nel primo semestre del 2025 hanno donato 16 mila ore.