Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Film a scuola "promuove" l'omosessualità. I genitori non ci stanno e scrivono a Manildo
La proiezione per i ragazzi di una terza media a Treviso di un film su tematiche gay - un padre che lascia la famiglia per andare a vivere con un altro uomo - ha scatenato la protesta di un centinaio di genitori degli alunni. Sullo sfondo il mancato coinvolgimento delle famiglie nel loro ruolo educativo. E una disinvolta confusione tra diffusione di una cultura rispettosa delle diversità e "promozione" di comportamenti affettivi.

La proiezione per i ragazzi di una terza media a Treviso di un film su tematiche gay - un padre che lascia la famiglia per andare a vivere con un altro uomo - ha scatenato la protesta di un centinaio di genitori degli alunni, che hanno segnalato il fatto al sindaco, Manildo. “Non siamo omofobi - ha detto uno dei genitori -, ma pretendiamo di essere messi al corrente in anticipo su certi contenuti. Avremmo voluto ci fosse stata una discussione preventiva”.
l filmato, inserito nel programma di educazione sentimentale dell’Ulss 9 per le scuole secondarie inferiori è stato proiettato, durante le lezioni, per le terze medie. Ad essere chiamato in causa però è stato anche il Comune di Treviso, che lo scorso 21 gennaio, con voto unanime di Giunta, aveva deliberato l’adesione alla rete Ready (Rete antidiscriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere delle Pubbliche amministrazioni. Nella Carta d’intenti della Rete si legge che tale “vuole porsi anche come soggetto attivo per il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt nei confronti del Governo centrale, sulla base delle numerose affermazioni contenute nelle risoluzioni e nei trattati dell’Unione Europea”.
Il sindaco Giovanni Manildo è intervenuto sulla questione con un comunicato. “Ci spiace leggere alcune dichiarazioni in merito alla mancanza di una risposta da parte mia e dell’assessore alle richieste di questi genitori – dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo - Non appena ricevuta la lettera ho incaricato l’assessore competente di scrivere alle famiglie ribadendo la disponibilità dell’Amministrazione a un incontro con tutte le componenti della scuola che verrà fatto al più presto”. Alla replica primo cittadino si unisce quella dell’assessore alle politiche scolastiche Anna Caterina Cabino che, incaricata dal sindaco, ha infatti risposto tempestivamente alla lettera dei genitori condividendo l’importanza
dell’argomento sollevato e la necessità di un coinvolgimento di tutte le parti presenti nella scuola: “Nella lettera i genitori non facevano riferimento ad alcun fatto particolare ma piuttosto a questioni di principio legate anche all’adesione da parte del Comune alla carta di intenti rete Ready (ndr. rete nazionale della Pubblica amministrazione contro le discriminazioni per orientamento sessuale ed l’identità di genere) – dichiara l’assessore Cabino – Una carta che è stata sottoscritta tra gli altri dai comuni di Torino, Bologna, Padova, Venezia oltre che dalla Regione Piemonte. In quanto al ruolo di filtro che secondo i genitori il Comune dovrebbe svolgere, crediamo che la competenza rispetto a una materia così complessa spetti agli esperti quindi a docenti e operatori sanitari nel rispetto della carta dei Diritti del Fanciullo. Condividiamo inoltre la posizione del direttore del Dipartimento Ubaldo Scardellato essendo quello indicato il naturale percorso di intenti educativi di questa natura”.
Nei prossimi giorni l’azione dei genitori continuerà, anche per chiarire le responsabilità e le competenze dei diversi attori istituzionali coinvolti. Ma alcuni interrogativi sacrosanti rimangono finora senza risposta: com’è possibile che su temi di tale rilevanza educativa le famiglie non vengano coinvolte? E cosa c’entra con l’omofobia, e con un’educazione che dovrebbe mantenersi sul piano culturale, con un film in cui invece l’omosessualità viene presentata dal punto di vista affettivo?