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Il saluto dei frati alla Chiesa Votiva: gratitudine e attesa

Si pone fine a quasi novant’anni di presenza dei frati minori in città. Padre Maurizio Vanti traccia un bilancio della sua esperienza

23/09/2016

Un “legame indefinibilmente profondo”. Così padre Maurizio Vanti, ancora per pochi giorni parroco di Santa Maria Ausiliatrice a Treviso, definisce il rapporto tra la parrocchia e i frati minori Francescani, nel momento del distacco. Lo incontriamo nel suo studio pieno di scatoloni, dentro quel vivace disordine che caratterizza ogni trasloco.
Domenica 25 settembre, con il saluto di padre Maurizio e dei suoi confratelli nella messa delle 10.30, cessa una quasi novantennale presenza alla Chiesa Votiva (ma anche dell’ordine, uno dei tre nei quali si suddivide la famiglia francescana, nella nostra diocesi).
La Chiesa Votiva, sorta in seguito ad un voto fatto durante la Grande guerra, è uno dei luoghi più cari ai trevigiani ed è sempre stata identificata con la presenza dei frati. “Dallo scorso 16 maggio - spiega padre Maurizio - non esistono più le Province Ofm delle varie regioni del nord Italia. E’ stata costituita un’unica Provincia, come ai tempi di S. Antonio. Assieme a questa scelta è maturata anche l’esigenza di rimettere mano alle varie presenze, compresa la nostra”. Una decisione, quella dei superiori, accolta certo “a malincuore” e non senza sofferenza, sia da parte dei frati che della popolazione.
Tuttavia padre Maurizio sta assistendo anche ad una imprevista maturazione spirituale da parte della comunità: “La gente ora ci sta accompagnando, dopo un iniziale stato d’animo connotato da una certa rabbia. Certo, si fa fatica a capire se sia solo rassegnazione, io intravvedo un atto di fede. Del resto, l’attesa fa parte del linguaggio di Dio. Ho questa sensazione, rafforzata dall’atteggiamento di speranza che ho notato nella veglia che abbiamo fatto, nell’incontro della comunità con il futuro parroco, don Paolo Pigozzo. Sono state fatte tante domande, dentro lo spirito di rimettersi alla volontà del buon Dio, che, in effetti ha già provveduto a dare un futuro alla comunità”.
Don Paolo sta comunque gradualmente prendendo contatto con le varie realtà della parrocchia, in attesa del suo ingresso ufficiale. In parrocchia arriveranno, da Vallio, anche i padri del Pime che occuperanno una parte dell’attuale convento per proseguire nella loro attività di animazione missionaria. Ma potranno costituire anche una presenza di appoggio significativa per la comunità.
Quando chiediamo a padre Maurizio come si sente personalmente, ci dice: “Stiamo correndo da una parte all’altra e si fatica a pensare allo stato d’animo. Certo, è un momento strano, non dico di smarrimento, ma certo mi porto dentro tante domande”. Al tempo stesso “c’è riconoscenza per il cammino che abbiamo fatto e che è sotto gli occhi di tutti. Quindi c’è un sentimento di gratitudine e di attesa, anche per il mio personale futuro”.
Secondo padre Vanti, non mancano nella comunità consolanti frutti spirituali: “Mi vengono in mente il grande spirito di famiglia cresciuto nel corso degli anni... da qui è nato anche il Gruppo famiglia, molto attivo in parrocchia, che segue la catechesi battesimale e si fa vicino a tante fragilità e difficoltà famigliari. C’è poi un bel gruppo giovani, che tra l’altro don Paolo ha già incontrato. I giovani sono sempre propositivi! E poi in parrocchia si è consolidato il cammino biblico, articolato in un incontro settimanale (o nel pomeriggio o alla sera), partecipato da 70-80 persone, e nella catechesi tenuta da don Santi Grasso nei tempi forti di Avvento e Quaresima”. Intanto prosegue il cammino nella Collaborazione pastorale che raggruppa con S. Maria Ausiliatrice anche le parrocchie di S. Antonino, Casier, Dosson e Frescada. “Abbiamo iniziato anni fa a collaborare inizialmente con S. Antonino - prosegue il parroco -, poi la collaborazione si è via via allargata e rafforzata”.
Padre Maurizio presterà d’ora in poi il suo servizio a Taglio di Po, nella diocesi di Chioggia.

IL LORO ARRIVO NEL 1928 CON LA NUOVA CHIESA VOLUTA DA LONGHIN

La Chiesa Votiva di Treviso venne costruita tra il 1925 e il 1928, per volontà del beato vescovo Andrea Giacinto Longhin, in seguito ad un voto fatto il 27 aprile 1916, durante la Grande guerra. Il 4 novembre 1928, venne affidata alla cura dei frati minori Francescani.
il 24 settembre 1940 il vescovo Antonio Mantiero firmò il decreto di erezione della nuova parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice; il primo parroco fu padre Gianbattista Bettini. La chiesa fu rasa al suolo nel corso del bombardamento del 7 aprile 1944. La ricostruzione del tempio avvenne tra il 1952 e il 1957, la consacrazione solenne il 24 maggio 1962. Nel quindicennio successivo sorsero altre strutture della parrocchia, tra cui il teatro, l’oratorio, la palestra. Il 7 gennaio 1989 la Chiesa Votiva divenne santuario diocesano. Quattro anni prima il campo sportivo aveva ospitato la messa celebrata da papa Giovanni Paolo II. Il convento ha ospitato finora anche il commissariato della Custodia di Terra Santa per il Veneto.

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