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Preoccupazione rispetto al drastico calo delle adozioni internazionali
«Esprimiamo profonda preoccupazione rispetto al drastico calo delle adozioni, ormai scese a picco negli ultimi anni», dichiara Adriano Bordignon, presidente nazionale e veneto del Forum delle Associazioni Familiari. Dai dati resi noti ieri dalla CAI, Commissione per le Adozioni Internazionali, risultano ancora in calo le adozioni concluse tra gennaio e giugno 2023.

Il primo semestre vede 248 adozioni realizzate contro le 273 dello scorso anno e le prospettive per il secondo semestre non sono rosee.
In Veneto, le coppie che hanno richiesto l’autorizzazione di ingresso di minori stranieri in Italia nel 2012 erano 233, e sono scese nel 2022 a solo 40. Un crollo di quasi l’83% in 10 anni frutto di costi, lungaggini e mortificazioni.
«Sono molte le cause indicate per spiegare questo dramma, sicuramente la pandemia e la situazione politica internazionale hanno segnato, e continuano a farlo anche senza oggettivo motivo, la realizzazione delle adozioni. Prendendo atto di questo, il Forum auspica che comunque l’intero sistema venga valutato e reso efficace per assicurare ai bambini che aspettano negli istituti del mondo una famiglia, ma anche per realizzare il sogno di molte coppie e dare un relativo contributo alla natalità nel nostro Paese.
A fronte delle migliaia di famiglie in attesa, probabilmente anche delle migliaia di coppie che non affrontano il percorso adottivo a causa delle difficoltà, delle lungaggini (5 anni la durata media) e dei costi dell’iter, si rende necessario un intervento a supporto a partire proprio dal contenimento dei tempi dell’iter per l’idoneità, che devono essere perentori, e dalla gratuità dell’adozione internazionale al pari di quella nazionale.
Occorre ristabilire sul fronte estero un’intensa attività per il rinnovo degli accordi bilaterali e attivare presso le ambasciate un funzionario esperto che possa seguire con efficacia gli iter adottivi.
Il Forum auspica che i ministeri competenti colgano l’urgenza di intervenire perché l’adozione internazionale, fiore all’occhiello del nostro Paese per decenni, grazie alla disponibilità all’accoglienza delle famiglie italiane, ritrovi vigore e prospettiva», conclude Bordignon.