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Settimana sociale, seconda serata con il prof. Majocchi: “Europa necessaria”

Quella con il professor Alberto Majocchi, emerito di Scienza delle finanze a Pavia ed esponente del Movimento federalista europeo, con Franco Lorenzon, moderatore della serata, è stata una chiacchierata ad ampio raggio sui temi che coinvolgono l’Europa e quindi tutti noi.

Invitato alla seconda serata della Settimana sociale dei cattolici trevigiani, il 27 settembre scorso in Seminario, sul tema “Partecipare l’Europa. Difendere la democrazia” (incontro curato dall’associazione “Partecipare il presente”), ha detto di avvertire un clima diverso dal passato in vista delle prossime elezioni europee di giugno 2024. Elezioni che incidono molto sulla politica italiana, perché determinati problemi si possono risolvere solo a livello europeo. E ha fatto l’esempio dei cambiamenti climatici, un problema globale per sua natura (“l’atmosfera è unica”), della necessità di trasformare la natura dell’economia da combustile fossile a energie rinnovabili, trovando risorse da investire nella transizione ecologica senza penalizzare i Paesi più poveri, “perché un punto della politica europea deve essere l’inclusione sociale”. L’Europa deve portare avanti la sua politica “green”, nonostante altri continuino a inquinare, tanto che dal 2026 farà pagare un prezzo alla frontiera per tutte le merci che provengono da Paesi che non hanno adottato la politica di decarbonizzazione: significa anche non perdere competitività per le aziende europee. E poi dovrà pensare di aiutare i Paesi africani, di sostenerli dal punto di vista della sicurezza e finanziarli per produrre energia rinnovabile, facendo pagare i Paesi che causano alte emissioni di Co2, come Stati Uniti, Arabia Saudita, Cina...

Il professor Majocchi ha, poi, introdotto il tema del governo del mondo, dopo la caduta del governo bipolare, Stati Uniti-Unione Sovietica, e terminato anche quello unilaterale degli americani, quando volevano esportare la democrazia con le armi. “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un tentativo di cercare di riconquistare un ruolo nella nuova fase del governo mondiale. Noi dobbiamo pensare, invece, a un governo multilaterale del mondo, rafforzando le istituzioni come Onu, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, Accordo per il commercio...”. L’Europa, secondo il professore, può rafforzare queste istituzioni, lavorando per accordi tra Stati che possano garantire la pace. E per fare questo, Majocchi sottolinea ciò che è indispensabile: una politica estera della sicurezza che richiede forze armate europee, un piccolo esercito e tanti eserciti nazionali che rispondano a un comando unico europeo, con un risparmio economico non indifferente. Una prospettiva molto difficile, dato che le decisioni a livello europeo vengono prese all’unanimità...

Un ulteriore aspetto toccato è stato quello della crescita delle disuguaglianze, anche a livello europeo. Fino a ora, tutte le politiche tributarie adottate non hanno avuto alcun impatto sulla redistribuzione del reddito, hanno solo aumentato il disavanzo pubblico. La sfida tecnologica può venire in aiuto, portando a produrre con meno risorse e con un orario di lavoro ridotto. Sfida che deve essere affrontata, ancora una volta, a livello europeo: nessun Paese può prendere queste decisioni da solo rischiando la propria competitività. Questi e altri temi sono affrontati nel libro scritto dal professor Majocchi “L’Europa di domani”. Temi che ci attendiamo vengano approfonditi da qui a giugno 2024, data delle elezioni europee.

Lucia Gottardello

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