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Benazzi: "Pronti anche al peggio"
Alla luce del nuovo piano di sanità pubblica della Regione Veneto abbiamo contattato il direttore dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi per capire quale sia la situazione attuale nel Trevigiano, quali misure sono state già prese e quali verranno prese in futuro per contenere l’emergenza sanitaria. "Ci stiamo attrezzando per affrontare tutte le situazioni. Abbiamo 12 posti letto in più nell’ex oncologia di Treviso. Con Oderzo, Montebelluna e Conegliano in totale sono 54 posti in più. Aumentati i posti anche di terapia sub intensiva e quelli nei reparti, 20 in più a Treviso, 10 a Conegliano e 10 a Montebelluna".

Alla luce del nuovo piano di sanità pubblica della Regione Veneto abbiamo contattato il direttore dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi per capire quale sia la situazione attuale nel Trevigiano, quali misure sono state già prese e quali verranno prese in futuro per contenere l’emergenza sanitaria.
Direttore, com’è la situazione oggi nella nostra Ulss?
Visto anche il piano operativo della Regione, possiamo dire che alla data di oggi (21 ottobre ndr) la nostra Ulss ha ancora il semaforo verde considerando che una sola persona è ricoverata in terapia intensiva. 2.115 i positivi in quarantena, a fronte di una media giornaliera di circa 6 mila tamponi. Ogni tampone positivo troviamo circa altri tre contatti positivi con il tracciamento. Negli ospedali non ci sono pazienti in terapia sub intensiva, mentre sono 24 i ricoverati a Vittorio Veneto, 8 dei quali in Medicina e gli altri nell’ospedale di comunità, asintomatici ma che necessitano di un luogo dove trascorrere l’isolamento. 22 persone sono ricoverate invece a Treviso, 12 in Malattie infettive, 10 in Pneumologia. In generale possiamo dire che solo il 10% degli attualmente positivi è sintomatico. Rispetto a marzo è tutto diverso.
E per quanto riguarda il nuovo focolaio alla Madonnina di Treviso, all’interno del dipartimento di prevenzione?
Il focolaio per fortuna è stato messo subito sotto controllo, è partito da una persona sintomatica probabilmente contagiata in ambito famigliare e da lì abbiamo trovato altre 8 persone positive. Oggi procederemo con i tamponi a tutto il personale. Rassicuriamo sul fatto che queste persone non lavoravano a contatto con il pubblico. E anche se non fosse stato così le disposizioni di sicurezza sono sempre state seguite e per i fruitori dei servizi del centro non c’è alcun pericolo.
Il presidente Zaia parla di aumentare ancora le capacità di screening e le altre misure di prevenzione, come vi state organizzando?
Oltre ai drive-in già presenti sul territorio ne apriremo un altro a Casier e uno a Valdobbiadene, mentre già da domani nel reparto di Malattie infettive di Treviso saranno effettuati i tamponi dalle 20 alle 6 del mattino, nell’orario in cui è chiuso il drive in. Si accede sempre con impegnativa del medico di famiglia, del pediatra o del medico di continuità assistenziale. Se troviamo un positivo facciamo il tracciamento dei contatti avuti nei quattro giorni precedenti al riscontro della positività. Inoltre abbiamo i tamponi rapidi che danno il risultato in 10 minuti, questi li utilizziamo nelle scuole: se un alunno o un docente è positivo viene mobilitata una squadra per fare i tamponi a tutta la classe. Solo i positivi vengono isolati, gli altri possono continuare ad andare a scuola.
Per chi è in isolamento come funziona l’assistenza domiciliare?
Gli asintomatici vengono monitorati telefonicamente. In ogni momento possono contattare dipartimento di prevenzione o medico di base qualora insorgessero sintomi. Se le persone sono sintomatiche, invece, vengono trattate a domicilio da un’unità territoriale specializzata, con una terapia cortisonica e con tachipirina.
Ora la situazione ospedaliera è sotto controllo, ma se dovesse peggiorare, siamo pronti ad affrontarla?
Ci stiamo attrezzando per affrontare tutte le situazioni. Abbiamo 12 posti letto in più nell’ex oncologia di Treviso. Con Oderzo, Montebelluna e Conegliano in totale sono 54 posti in più. Aumentati i posti anche di terapia sub intensiva e quelli nei reparti, 20 in più a Treviso, 10 a Conegliano e 10 a Montebelluna.
Per quanto riguarda le terapie in ospedale, ci sono risultati promettenti?
Stiamo utilizzando il Remdesivir, quello con cui è stato curato anche il presidente Trump, e devo dire che sui ricoverati con interessamento polmonare sta dando ottimi risultati. Inoltre abbiamo una scorta importante, 300 sacche, di plasma con gli anticorpi delle persone guarite da somministrare alle persone in terapia sub intensiva, e continuiamo a chiedere ai guariti se vogliono donare.
In questo momento l’attività ordinaria degli ospedali risente della situazione sanitaria?
Non mancano posti letto, ma gli interventi sono rallentati. In parte è dovuto alla mancanza di anestesisti, nella Ulss 2 ne mancano 19, che speriamo di assumere a breve, ma anche il Covid certamente influisce. Se prima la sanificazione di una sala operatoria durava 10 minuti ora ne dura 30, dove prima riuscivamo a fare quattro interventi ora ne facciamo due, però non si è fermato niente, tutte le attività ordinarie proseguono.