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La proposta: istituire un Ministero della Pace

“Non è un sogno ingenuo, né una proposta folkloristica per anime belle: è una necessità storica, culturale e politica”. Il messaggio è emerso, la scorsa settimana, in occasione di un convegno promosso dall’Azione cattolica italiana, alla Domus Mariae, insieme a numerose realtà, per chiedere di istituire un Ministero della Pace. Un’idea venuta, molti anni fa, a don Oreste Benzi, fondatore della comunità Papa Giovanni, e ora portata avanti, con convinzione, da fondazione Fratelli tutti, Ac, associazione comunità Papa Giovanni XXIII, Acli, e altre realtà, oltre trenta, del mondo cattolico e associativo.
L’intuizione di don Benzi, nata durante la guerra che insanguinò l’ex Jugoslavia negli anni Novanta, oggi è più che mai attuale, è stato sostenuto durante l’incontro di Roma. «Per preparare la pace – ha detto Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli – bisogna prepararsi con scelte radicali, non con armi e paura”.
Padre Francesco Occhetta, segretario generale della fondazione Fratelli tutti, ha affermato: “Non si tratta solo di evitare la guerra, ma di proporre un modo diverso di abitare il mondo, una giustizia non vendicativa, ma riparativa; un modello sociale non fondato sul dominio, ma sul dialogo”.
Per Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Ac nazionale, la proposta contrasta apertamente la narrazione dominante della guerra inevitabile. Lo scontro continuo tra Stati e potenze non è realismo politico, è cinismo che produce solo vittime. Serve, invece, una nuova alleanza tra popoli, fondata su multilateralismo, cooperazione e dialogo tra istituzioni pubbliche. E la pace, ecco la sostanza della proposta, non può più essere lasciata all’iniziativa dei “volontari”, dev’essere assunta come priorità dallo Stato.
A spiegare la piena fedeltà alla Costituzione dell’auspicato Ministero per la Pace è, attraverso un intervento pubblicato su “Segno”, lo spazio informativo dell’Ac, il trevigiano Andrea Michieli, direttore dell’’Istituto di diritto internazionale della pace “G. Toniolo”.
L’art. 11 Cost. non solo ripudia la guerra e consente le limitazioni di sovranità, ma, secondo Michieli, “pretende che siano create le condizioni perché la guerra sia eliminata e perché si possa instaurare un ordinamento fondato sulla giustizia e improntato alle relazioni pacifiche tra i popoli. Questo progetto trasformativo ha bisogno di trovare una sede istituzionale. La proposta di istituire un Ministero ad hoc significa impegnare la responsabilità politica del Governo per l’attuazione di programmi di pace e, conseguentemente, affidare al Parlamento strumenti di indirizzo e controllo”.
In secondo luogo, “bisogna riconoscere l’insufficienza dell’attuale organizzazione ministeriale ad adempiere alla vocazione pacifista della Costituzione. La pace non è solo porre fine alla guerra, ma soprattutto accompagnare i conflitti senza farli tramutare in violenza e creare le condizioni di giustizia per evitare l’insorgere di nuove ostilità. Se questo è il disegno di pacificazione della nostra Costituzione, non possiamo che considerare carenti le deleghe e i progetti frazionati e spezzettati dei diversi Ministeri. La cooperazione internazionale, il dialogo bilaterale e multilaterale, la promozione dei diritti umani, la difesa civile della Patria, le politiche di disarmo, l’educazione alla non violenza: sono tutti pezzi di un «puzzle» istituzionale che, oggi più che mai, deve trovare un coordinamento unitario”. Infine, istituire un Ministero della pace renderebbe visibile e coordinato l’impegno - politico e sociale - che già migliaia di organizzazioni portano avanti nel nostro Paese. Sono centinaia i progetti istituzionali e sociali di pace che sono nati in Italia, che hanno trovato un riconoscimento internazionale e che hanno attuato, nei fatti e con gratuità, il progetto costituzionale di pacificazione”.
In una logica sussidiaria, “è necessario che la Repubblica sostenga e promuova la vitalità sociale e che, inoltre, possa coordinare le istituzioni pubbliche e private in un sempre più integrato sviluppo delle politiche di pace”.