martedì, 19 agosto 2025
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Osram rivede la luce

Dopo la ristrutturazione, lo stabilimento di Castagnole assume ingegneri e tecnici. Piccoli ma significativi numeri

La rinascita di un’azienda passa solamente attraverso nuovi investimenti. Altrimenti dalla crisi non si emerge. Si può galleggiare, riducendo, tagliando qua e là. Ma fino a quando?
L’esperienza della Osram, stabilimento di Castagnole, alle porte di Treviso, è lì a dimostrarlo: i giornali nell’estate del 2014 scrivevano ancora di esuberi, ammortizzatori, incentivi all’uscita... Ora, invece, si assume. Merito di un piano industriale serio, di investimenti mirati, come ci spiega il dottor Alfredo Maschio, responsabile delle risorse umane: “Abbiamo dovuto ristrutturare, ahimè, alcune aree per poter rendere il nostro business più allineato con le opportunità del mercato. Il nostro stabilimento trevigiano è votato soprattuto all’export e si è specializzato nell’«automotive lighting » che richiede altre e alte professionalità rispetto a quelle uscite negli ultimi anni. Competenze che stiamo ancora cercando nel mercato del lavoro, quindi ingegneri elettronici, ma non solo, insieme a tecnici che vanno a coprire una fase più contingente che ci vede far fronte a un buon numero di ordinativi”. La crescita organica si quantifica in una trentina di ingegneri (20 già inseriti) e una ventina di periti tecnici/elettronici (15 già inseriti). Certo, non vanno a coprire i 140 fuoriusciti in due anni, ma sono un segno tangibile della ripresa. Indipendentemente dagli incentivi che il Governo italiano ha messo sul piatto. Che Osram, però, non snobba.  “Qualsiasi sgravio sul costo del lavoro viene valutato con attenzione dalla casa madre. E’ sicuramente una freccia in più sul piano della competitività, del costi del lavoro, della flessibilità in generale”. Temi sui quali l’Italia non è mai stata al passo degli altri Paesi concorrenti. Con queste riforme l’Italia si pone a un livello più concorrenziale rispetto quantomento ai paesi europei.
Il percorso fatto da Osram è stato fin dall’inizio condiviso con le rappresentanze sindacali. “Quando nel 2012 è partita l’ultima ristrutturazione - dice Matteo Trevisan, delegato Femca Cisl Belluno -, abbiamo accettato questo percorso che è stato impegnativo anche dal punto di vista sindacale, a patto che a fronte degli esuberi, ci fossero da parte dell’azienda anche investimenti. I risultati si sono cominciati a vedere a partite nel secondo anno. Sono nati nuovi reparti, l’azienda da società del gruppo Siemens è diventata società per azioni e ora deve camminare con le proprie gambe. Virare come produzione verso l’«automotive», illuminazione per veicoli stradali, è stata una scelta vincente. Lo si vede dalla richiesta consistente di commesse che arrivano. Il fatto che l’azienda abbia dovuto assumere lavoratori in somministrazione con professionalità tecnico-scientifiche, conferma che sempre più il nostro Paese deve puntare alla specializzazione. Altrimenti non siamo competitivi”.
Lo sottolinea anche Franco Lorenzon, segretario generale Cisl Treviso-Belluno: “E’ fondamentale, come racconta anche l’esperienza Osram, investire sulla ricerca, sulle nuove tecnologie, su quello che può rendere l’azienda più competitiva e facilitarne l’internazionalizzazione. Tutti i provvedimenti messi in atto dal Governo, contenuti nella legge di stabilità o nel Job’s Act, più che essere la causa dell’inversione di marcia sul piano occupazionale, possono essere un sostegno, un «acceleratore» di un processo in corso. Le regole possono aiutare, ma il lavoro è sempre offerto dalla ripresa economica e produttiva, che nel 2015 si prospetta incoraggiante. Basta non sprecare l’occasione per credere che il peggio è davvero passato”.
Qualcuno, a Treviso, sta vedendo la luce alla fine del tunnel.
 

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