martedì, 15 luglio 2025
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La sfida “sociale” degli Ambiti territoriali

Una riforma attesa, e la sfida di costruire un welfare realmente vicino alle persone. Paola Roma, presidente conferenza dei Sindaci: “La dimensione dell’Ats di Treviso è un’opportunità”

Dopo anni di attesa, anche il Veneto si allinea alla legge nazionale 328 del 2000, che prevedeva l’istituzione degli Ambiti territoriali sociali (Ats) per la gestione associata dei servizi sociali da parte dei Comuni.

Un traguardo importante, reso operativo dalla legge regionale 9/2024, che istituisce, in tutto il territorio regionale, 24 Ats, su base distrettuale, con l’obiettivo di superare la frammentazione e garantire parità di accesso ai servizi, su tutto il territorio.

Gli Ats saranno strutture pubbliche, autonome, dotate di un proprio bilancio e direzione, chiamate a garantire i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) come l’assistenza domiciliare, l’inclusione delle persone con disabilità e il contrasto alla povertà. La forma giuridica scelta dalla maggior parte dei Comuni è quella dell’azienda speciale consortile, considerata più stabile ed efficiente.

La transizione, tuttavia, non è priva di ostacoli: servono risorse certe, personale qualificato e un coordinamento efficace con le Ulss, per non compromettere l’integrazione socio-sanitaria, che ha caratterizzato positivamente, negli ultimi decenni, il “modello veneto”.
La scadenza per l’avvio operativo degli Ats è fissata per aprile 2026. Una riforma attesa, che ora dovrà dimostrare sul campo di saper costruire un welfare realmente vicino alle persone.

Nel Trevigiano come si organizzeranno gli Ats? Lo abbiamo chiesto a Paola Roma, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 2.

Tutti hanno scelto la forma di azienda consortile speciale. Quali sono i vantaggi?

I vantaggi dell’azienda speciale consortile sono rappresentati dalla possibilità di organizzare in maniera semplificata ed efficiente la struttura di gestione dei servizi, valorizzando il ruolo manageriale del direttore d’Ambito, e concentrando i compiti dell’organo politico (assemblea dei sindaci) sul fronte delle linee di indirizzo generali. Ad esempio, non è richiesta la preventiva approvazione delle decisioni più importanti dell’azienda da parte dei singoli Consigli comunali, come, invece, previsto nel Consorzio.

L’Ats di Treviso non è troppo grande, 400 mila abitanti?

In sede di discussione della legge regionale n. 9 del 2024, che istituisce gli Ats in Veneto, e a seguito delle modifiche e integrazioni sottoposte alla Regione Veneto attraverso la Quinta Commissione, nelle sedute della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 2, all’unanimità, non sono state segnalate necessità di riduzione, che avrebbero, comunque, comportato un incremento del numero degli Ats, senza ulteriori risorse. In ogni caso, la dimensione può essere vista come un’opportunità, per le sinergie che può generare.

Secondo lei non ci saranno più disparità nei servizi tra i Comuni, grazie agli Ats?

La legge regionale 9 del 2024 attua la legge statale n. 328 del 2000, di riforma dei servizi sociali. L’articolo 1 della legge 328/00 afferma un principio fondamentale: deve essere assicurato alle persone e alle famiglie un “sistema integrato di interventi e servizi sociali”. Con l’attuazione della nuova normativa dovrà essere garantita la maggiore omogeneità nella qualità dei servizi.

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