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I Trevisani nel mondo si ritrovano sulla piana del Cansiglio per il raduno annuale

Per la prima volta, il vescovo mons. Riccardo Battocchio al raduno dei “Trevisani nel mondo” in Cansiglio, domenica 27 luglio. Anche lui con famigliari ex emigranti. In una splendida giornata di sole, ha concelebrato la messa (tra gli altri con don Mirco Della Torre, referente di Migrantes e don Ferruccio Sant) sul prato, vicino alla cappella di Sant’Osvaldo, e ha richiamato con forza il messaggio di papa Leone per la Giornata dei migranti. “In quel testo papa Leone riprende un versetto del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù dice ai discepoli: siate nel mondo, non del mondo. Questo vale per ogni cristiano, vale per i migranti, per non appiattirsi a logiche mondane, a logiche di potere, di esclusione”. Un appello, quello del Papa e del Vescovo, ascoltato da un migliaio tra ex emigranti (in testa Franco Conte, presidente dell’Aitm), migranti attuali, gran parte dei sindaci della provincia di Treviso, dal presidente della Provincia, Stefano Marcon, da numerosi consiglieri regionali (mancava il presidente Luca Zaia, per improvvisi impegni), e anche dal sindaco di Treviso, Mario Conte.
Una forte esortazione, quella di mons. Battocchio, a “vivere in questo mondo camminando, accogliendo e portando i vari doni che si incontrano in questa esperienza della migrazione camminando come pellegrini di speranza”. E, a margine della celebrazione, riscontrando una così consistente presenza di pubblici amministratori, ha commentato: “Vedere il coinvolgimento di tante persone che hanno delle responsabilità a livello amministrativo, politico, vuol dire che c’è un interesse. Interesse che dovrebbe essere sì per i Trevisani nel mondo, ma credo anche per coloro che dal mondo, in questo caso, arrivano nel nostro territorio per lavoro, per cercare anche un po’ di pace e una vita migliore”. E prendendo spunto dalla Preghiera del migrante, che coinvolge chi parte, ma anche chi arriva, mons. Battocchio ha poi aggiunto: “Dobbiamo fare in modo che i confini non siano barriere, ma siano dei ponti. Non è sempre facile, non siamo ingenui, però dobbiamo operare affinchè i confini diventino luoghi di incontro, più che barriere di esclusione”.
Sono 8 mila i migranti di Marca iscritti all’associazione Aitm, distribuiti in 131 sezioni; l’ultima nata è in Brasile ed era rappresentata in Cansiglio da Egle Pagotto, con altri 5 giovani. Egle, nella preghiera dei fedeli, ha raccontato in portoghese la vita di sacrifici della sua famiglia, che è poi la stessa di tante famiglie emigrate. La messa, accompagnata dal coro Ana di Vittorio Veneto, ha accolto preghiere in spagnolo, francese, inglese, oltre che in italiano e in portoghese. Il presidente Conte ha richiamato con forza le problematiche del momento. Da una parte le aziende e i servizi che non trovano lavoratori, dall’altra tanti giovani che se ne vanno e che magari non ritornano. Giovani non solo laureati, ma anche privi di titoli di studio. Una migrazione che preoccupa, che deve interrogare. “Questi giovani ci dicono: all’estero troviamo condizioni di vita migliori di quelle che abbiamo in Italia, troviamo stipendi più elevati, troviamo risposte più adeguate a quelle che sono le nostre aspettative. Poniamoci questo interrogativo noi amministratori, il mondo delle categorie, quello produttivo, i sindacati. Se queste sono le situazioni vuol dire che c’è ancora molto lavoro da fare su questa terra, quella trevisana, quella veneta, che sono terre dove si vive bene; se queste terre vengono lasciate da persone che dicono «andiamo a vivere meglio da altre parti», dobbiamo interrogarci”.
Nel suo messaggio al popolo del Cansiglio day - perché così si chiama l’evento, giunto alla 32ª edizione -, il presidente della Regione ha sottolineato che “l’emigrazione veneta non è solo una pagina della nostra storia, ma è una vera epopea, fatta di coraggio, sacrificio, solidarietà, di mani che hanno lavorato e di cuori che hanno resistito nonostante la difficoltà. Siete - ha aggiunto - degli autentici ambasciatori dei nostri valori, valori che parlano mediante questa voglia di fare e attraverso l’attaccamento a quella cultura del lavoro che vi hanno permesso di integrarvi alla perfezione nelle comunità che colpiscono i vostri nonni e che avete saputo arricchire con dedizione, attaccamento e passione. Il Cansiglio day celebra, dunque, non solo il ricordo del passato, ma la continuità di quei principi che uniscono i popoli, solidarietà, tenacia e apertura al dialogo”.