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Una “follia necessaria”

Sol.co può ormai considerarsi un’eccellenza del nostro territorio: lo sanno loro, lo si riconosce dall’esterno. Quello che fanno ha un impatto sul territorio a vari livelli: quello della produttività, della socialità e dell’inclusione, in modo particolare, ma anche quello della cultura. Questo uno degli scopi di “Robe da mati”, il festival di Sol.co che intende parlare di salute mentale attraverso il linguaggio della cultura e della partecipazione, per incoraggiare il superamento degli stereotipi di cui le persone coinvolte sono ancora oggi vittima. Il tema di quest’anno è la “follia necessaria”, come quella che c’è voluta nel 1992, racconta la presidente Luciana Cremonese, per avviare un progetto sul quale, all’epoca, in pochi avrebbero scommesso, ovvero Sol.co, una cooperativa sociale la cui attività lavorativa consente di realizzare percorsi di formazione lavoro e inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio.
Nona edizione
Sono tre gli appuntamenti in calendario nel mese di giugno per questa nona edizione della rassegna, iniziata nel 2017. Si comincia il 6 giugno alle 21 al museo Santa Caterina di Treviso, con il conduttore televisivo Patrizio Roversi e il suo spettacolo inedito “La nostra Africa. A cosa serve la cooperazione internazionale?”, che proporrà un racconto, ironico e profondo insieme, sui temi della cooperazione internazionale, tra reportage video, musica dal vivo e riflessioni su disuguaglianze globali, post-colonialismo, effetti del turismo e sostenibilità. Sempre alle 21 a Santa Caterina, ma il 13 giugno, sarà la volta dello scrittore, attore teatrale e videomaker Claudio Morici, con la pièce “La malattia dell’ostrica”, tratto dall’omonimo libro e podcast, che attraversa le biografie tormentate di grandi scrittrici e scrittori per parlare, con umorismo e delicatezza, di fragilità, eredità emotive e resilienza, della bellezza della perla e della malattia dell’ostrica che la produce. Tornerà anche l’appuntamento dedicato al mondo dell’impresa: il 16 giugno alle 18 a palazzo Giacomelli, sempre a Treviso, la rassegna chiuderà con “Le follie dell’imprenditore”, il talk condotto da Alessandro Garofalo, esperto di innovazione. Sul palco, le storie visionarie di Sara Rachello del Molino Rachello e Carlos Manuel Veloso dos Santos di Amorim Cork. Per fortuna oggi sono diverse le realtà che condividono questa idea di “follia necessaria”, e, infatti, il festival è organizzato insieme al Comune di Treviso, con il patrocinio della Provincia di Treviso, della Regione del Veneto, dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, di Confindustria Veneto Est, della Camera di Commercio di Treviso-Belluno-Dolomiti, di Confcooperative Belluno e Treviso, Csv Belluno Treviso e Centro della famiglia; ha, inoltre, il contributo di Labomar, Bigaran, Consorzio Intesa Cca, Colfert, Banca Cmb, Service vending e Carat servizi.
Un’anteprima imperdibile
Anche quest’anno Sol.co conferma l’appuntamento imperdibile di anteprima della rassegna, “È quasi... robe da mati”, che si tiene venerdì 16 maggio dalle ore 19 nella sede in via Feltrina 246. Una festa che è anche open day con visite guidate in stabilimento, il truck food di Berti e la musica live dei Do’Storieski e dei Quarto Profilo. E, in effetti, la visita in fabbrica è una bella occasione non solo per condividere momenti leggeri e divertenti, ma anche un modo per la cittadinanza trevigiana di toccare con mano il fatto che, come spiega la presidente Cremonese, “Noi siamo qui per dimostrare quello che anche una persona con disabilità può fare: lavorare, avere relazioni, essere indipendente”.
Impatto socio-economico
Sol.co ha, inoltre, annunciato di avere avviato uno studio interno, supportato dal consorzio Intesa, per poter quantificare anche il proprio impatto socio-economico, traducendo cioè i risultati del proprio lavoro in termini di risparmio alla spesa pubblica. Spiega, infatti, Cremonese: “Ci teniamo a sottolineare come da un’analisi dell’impatto sociale sia emerso quanto il modello di inserimento lavorativo delle cooperative B sia premiante non solo per il singolo, ma anche per la collettività; offrire un’occupazione lavorativa a persone con svantaggio rappresenta un concreto risparmio economico in termini di spesa pubblica, al quale si aggiunge anche il benessere creato dal punto di vista sociale. Per questo, continuiamo a essere motivati a crescere e affrontare nuove sfide, come la recente attivazione di una nuova linea produttiva in ambito alimentare”.