martedì, 10 giugno 2025
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Operazione fiumi di Legambiente: le rilevazione sul fiume Sile

Analisi anche sul Dese, alla scoperta della salute delle nostre acque

Treviso ha accolto la sesta tappa di “Operazione fiumi - Esplorare per custodire”, campagna itinerante realizzata da Legambiente Veneto con il supporto tecnico di Arpav, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali. Sotto osservazione questa volta il Sile e il Dese, che vedono basse concentrazioni di escherichia coli, con l’eccezione dei punti campionati a Santa Cristina e Casale sul Sile.

Come sempre accade dal 2021, la fotografia scattata da Legambiente non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca e integra le indagini dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente, che monitora con continuità i corsi d’acqua, restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione in termini di sostanze inquinanti.

Questa tappa vede protagonisti il fiume Sile, monitorato in cinque punti da Santa Cristina a Cavallino Treporti (passando per Silea, Casale sul Sile e Quarto d’Altino), e il Dese, attenzionato a Venezia, quasi alla sua foce. Sul piano chimico, i risultati raccolti dai volontari di Legambiente e restituiti da Arpav mostrano sul Sile un buono stato qualitativo, con un basso carico di nutrienti che restituiscono un indice LIMeco mediamente buono, e valori di escherichia coli (indicatore di contaminazione di origine fecale) tutto sommato accettabili, con solo due valori superiori alle 1000 UFC/100ml che sconsiglierebbe l’utilizzo diretto delle acque, campionate a Quinto di Treviso e Casale sul Sile, in orticoltura. Per quanto riguarda il Dese, i valori di escherichia coli risultano tornati a livelli più che accettabili.

I problemi tuttavia, come evidenziano i monitoraggi di Arpav, si manifestano intorno alla città di Treviso con presenza di PFOS lineare oltre i limiti: una situazione che è probabilmente riconducibile a una carenza dei numerosi depuratori che recapitano in Sile, e dalle attività aeroportuali. I monitoraggi condotti da Legambiente nel 2024 avevano già evidenziato una presenza di Pfas in tutti i punti di campionamento. In attesa dell’aggiornamento al 2025, che avverrà entro fine anno vista la complessità di analisi di questi dati, sempre l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente, attraverso le sue preziose schede di bacino idrografico (in allegato alla cartella stampa), fa emergere una più diffusa contaminazione da residui di pesticidi di sintesi utilizzati in agricoltura, Metolachlor, Glifosate e loro prodotti di degradazione, altrettanto pericolosi per la salute dell’ecosistema fluviale e per la potabilità delle acque. Anche per un fiume storicamente pulito come il Sile, i problemi diffusi e ormai cronici di presenza di PFAS e pesticidi, impongono una riflessione sull’eccessivo utilizzo di questi ultimi in agricoltura.

Questi dati e queste riflessioni sono state condivise oggi in conferenza stampa, che ha visto i saluti iniziali di Alessandro Manera, vicesindaco del Comune di Treviso, e di Arturo Pizzolon, presidente dell’Ente Parco del Fiume Sile. La conferenza è stata accompagnata da un momento di restituzione del laboratorio “Esplorare per custodire” condotto da Legambiente Treviso con le classi prime del liceo scientifico “L. Da Vinci” di Treviso, in cui i ragazzi hanno potuto esplorare alcuni tratti del Sile in canoa canadese, conducendo un lavoro di citizen science guidato dagli educatori ambientali di Legambiente Treviso. Una rappresentanza degli studenti e delle studentesse ha raccontato alla platea il progetto. In seguito si è svolta una tavola rotonda sul tema dei fiumi di risorgiva insieme alle associazioni ed enti del territorio: Fiab, Italia Nostra, Vivere il Botteniga, Barbasso Nature, Treviso.bike, ANPI Treviso, Coop. In conclusione un aperitivo “sano e giusto” offerto da Coop.

“I risultati dei campionamenti ci restituiscono una fotografia con poche criticità sul fronte della depurazione delle acque del Sile, in lento ma costante miglioramento rispetto alle prime edizioni della campagna, segno che gli interventi di collettamento alla rete rete fognaria e di depurazione, nella città di Treviso stanno aiutando il miglioramento della qualità delle acque” spiega Francesco Tosato, portavoce della campagna “Operazione fiumi” di Legambiente. “Fuori dalla città di Treviso non bisogna però abbassare l’attenzione verso fenomeni come quello degli scarichi abusivi o degli sversamenti agricoli illegali, così come dell’impatto dei prodotti chimici ampiamente usati in agricoltura quali erbicidi e insetticidi, rilevati ogni anno da Arpav anche lungo questo corso d’acqua, che ricordiamo essere tra i più importanti fiumi di risorgiva d’Europa e pertanto uno straordinario ma fragile patrimonio da proteggere e valorizzare”.

“L’emergenza PFAS è ormai una questione sistemica che impone scelte politiche, amministrative e sanitarie chiare e urgenti” aggiunge Fabio Tullio, presidente Legambiente Treviso. “Le criticità rilevate nel tratto urbano del Sile, in particolare nei pressi dell’aeroporto Canova e a valle della città, richiamano l’attenzione non solo sulla qualità delle acque, ma anche sull’impatto complessivo delle infrastrutture e delle attività connesse, su un ecosistema fragile come quello di risorgiva. Ricordiamo che è anche per la mancata valutazione dell’impatto sanitario legato alle attività aeroportuali, che Legambiente Treviso assieme a Italia Nostra a supporto del Comitato Aeroporto Treviso, ha ottenuto un pronunciamento favorevole in sede di ricorso: è la prova che tutele più forti sono possibili e doverose. Riteniamo inoltre fondamentale che il buon lavoro di collettamento alla rete fognaria di questi anni venga completato con urgenza anche nei quadranti ovest ed est del capoluogo, ancora troppo esposti a fenomeni di dispersione; ad aggravare ciò, una crescente pressione urbanistica, con nuove lottizzazioni e una preoccupante perdita di suolo anche attorno a zone di risorgiva come quella di Rio Fontanelle e Botteniga, o lungo il Melma e il Nerbon a Silea e a San Biagio di Callalta. Riteniamo che per affrontare questa situazione non bastino più interventi isolati: è il momento di promuovere un percorso partecipato già avviato da noi associazioni, che coinvolga enti, consorzi, imprese e cittadini, verso l’attivazione di un Contratto di Fiume di Risorgiva per il bacino del Sile. Un patto per rigenerare i territori a partire dalle acque, capace di coniugare qualità ecologica, giustizia ambientale e diritti delle comunità”.

“Siamo orgogliosi di partecipare anche quest’anno a Operazione Fiumi, un’iniziativa che rappresenta un esempio concreto di cittadinanza attiva e tutela ambientale. I 79.885 soci e clienti dei nostri negozi Coop della provincia di Treviso condividono l’impegno per la salvaguardia del territorio e la promozione di pratiche sostenibili. La salute dei nostri fiumi riguarda tutti noi, ed è con spirito di responsabilità che Coop Alleanza 3.0 sostiene il progetto di Legambiente del Veneto, capace di generare consapevolezza e attivare le comunità verso un futuro più rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini” commentano infine Marina Castagner e Francesca Durighel, presidenti delle zone soci Coop di Treviso.

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