venerdì, 13 giugno 2025
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Croce Rossa, un impegno su più fronti

Non manca di certo il lavoro in questo periodo alla Croce rossa italiana, come ci conferma il presidente del Comitato di Treviso, Eri Facchin. In attesa di aiutare la Regione per effettuare tamponi al maggior numero possibile di cittadini.

Ventimila tamponi al giorno, con l’aiuto anche della Croce rossa italiana: sono quelli annunciati in conferenza stampa lunedì 23 marzo dal prof. Andrea Crisanti che per la Regione Veneto segue questo progetto. Partirà già questa settimana nel territorio di Padova. Le altre province, invece, attendono indicazioni su organizzazione, metodi e compiti da distribuirsi.

Non manca di certo, però, il lavoro in questo periodo alla Croce rossa italiana, come ci conferma il presidente del Comitato di Treviso, Eri Facchin: “Siamo stati chiamatati da aziende private, finché erano aperte, per misurare la temperatura dei dipendenti,  a Portobuffolè, a Vittorio Veneto e alla Luxottica, siamo operativi per lo stesso servizio in una casa di cura a Castelfranco e da due giorni anche al Mercato ortofrutticolo di Treviso. Ci è stato chiesto dalle 11 di sera alle 8 del mattino, per gli oltre 300 dipendenti e tra i 50 e 200 fornitori, a seconda delle notti”. Fino ad ora, tutti bene, nessuno aveva la temperatura alterata. A disposizione la Croce rossa ha i termometri a infrarossi, non precisi come i termoscanner, ma sufficienti per individuare i febbricitanti. Lo stesso servizio è stato richiesto alla Croce rossa anche dalla Casa circondariale per i detenuti e il personale. “Ci stiamo organizzando per rispondere anche a questa richiesta” assicura il Presidente. Al Comitato di Treviso fanno riferimento 950 volontari e un centinaio a Conegliano.

Ma i loro compiti non si fermano a questo, anzi. Con l’accordo con Federfarma, ogni cittadino può richiedere che gli siano portati i medicinali a casa. A distribuirli sono i volontari della Croce rossa, anche nelle case di chi è in quarantena e Covid positivo. Così come distribuiscono su richiesta dei Comuni, la spesa dove non può arrivare la Protezione civile che non ha le protezioni sanitarie adatte.

“E poi - spiega Facchin - siamo in costante contatto con il 118 con l’ambulanza pronta a supporto di servizi che non sono in grado di compiere in questo momento”.

In tutti questi servizi, i volontari si trovano a contatto con persone anche malate e il presidente Facchin non nasconde che la paura di essere contagiati c’è: “E’ inutile nasconderlo. I volontari sono cittadini come gli altri, solo un po’ più istruiti sui comportamenti da tenere, con un supporto anche psicologico e con tutti i dpi, dispositivi di protezione individuale, del caso”. Ecco, i dispositivi sono il grande problema in questa emergenza: “Li abbiamo, ma non vuol dire che sono sufficienti. Centelliniamo anche perché l’approvvigionamento è difficoltoso per tutti e ha un impatto economico pauroso. Una mascherina che costava 50 centesimi adesso se la trovi costa almeno 2 euro. E per di più gli ordini non vengono evasi”.

C’è anche un problema di fondi per la Croce rossa, di fondi da reperire. “Tutto quello che ci dava da vivere, per così dire, erano gli eventi sportivi o il trasporto sanitario delle persone inferme. Ora è tutto bloccato e, nello stesso tempo, ci troviamo a dare al territorio tutto quello di cui ha bisogno”. Alcuni fondi arrivano attraverso il 5 per mille. Per chi volesse donare, può farlo scrivendo: Associazione della Croce Rossa Italiana – Comitato di Treviso, via Lancenigo, 2/C – 31100 Treviso, cf e p.iva 04637090269

IBAN IT 07 X 02008 12011 000103189987 – Unicredit Banca.

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