Nemmeno l’Aiea, l’Agenzia per l’energia atomica dell’Onu, può affermare che l’Iran già disponga di testate...
Armi nucleari: minaccia mai così alta

Nel 2007 nasce la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican) - una coalizione di organizzazioni non governative che promuovono l’adesione e l’attuazione del trattato delle Nazioni Unite per la messa al bando delle armi nucleari - che vede la partecipazione di 107 Paesi, e a cui, nel 2017, viene assegnato il Premio Nobel per la Pace. Abbiamo posto alcune domande a Alistair Burnett, portavoce dell’Ican.
Il 6 agosto si celebra l’80° anniversario dello sgancio della prima bomba atomica. Nonostante oltre 200.000 morti, il mondo continua la sua corsa alle armi nucleari: perché?
I nove Paesi dotati di armi nucleari (vedi box) stanno modernizzando e, in alcuni casi, espandendo i propri arsenali, e una nuova corsa agli armamenti nucleari è in corso. L’Ican pubblica un rapporto annuale della spesa globale per le armi nucleari e nel 2024 ha superato i 100 miliardi di dollari. Negli ultimi cinque anni, la spesa è aumentata del 47% e, per la prima volta dalla fine della Guerra fredda, il totale globale di testate sta tornando ad aumentare. Era sceso da 70 mila, a metà degli anni ’80, a poco più di 12.100. La dottrina della deterrenza nucleare, seguita da tutti i Paesi dotati di armi nucleari, incentiva il possesso di armi nucleari, basandosi sul principio fondamentale che queste siano la garanzia ultima della sicurezza. Questa è un’idea pericolosamente falsa. In realtà, la deterrenza nucleare, basata com’è su ingenui presupposti sul comportamento umano, in particolare sull’idea che i leader che prendono le decisioni sull’uso o meno delle armi nucleari si comporteranno in modo razionale al 100%, il 100% delle volte, rappresenta una minaccia costante per la sicurezza del mondo intero. Gli Stati Uniti spendono più soldi per le armi nucleari di tutti gli altri otto Paesi messi insieme, e le aziende produttrici di armi realizzano enormi profitti dai loro contratti relativi a esse. Nel 2024, c’erano almeno 463 miliardi di dollari in contratti in corso per armi nucleari, alcuni dei quali non scadono prima di decenni.
Secondo il vostro ultimo rapporto, in Italia sono stoccate almeno 35 bombe nucleari. Secondo i vostri sondaggi, 2 italiani su 5 sono favorevoli alla loro presenza. L’Italia è diventata un Paese “guerrafondaio”?
L’Italia è uno dei cinque Paesi Nato che ospitano armi nucleari statunitensi, e le cui forze aeree sono addestrate all’uso di queste armi, nell’ambito del cosiddetto accordo di condivisione nucleare Nato. Gli altri sono Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia. Dall’invasione russa (2022) su vasta scala dell’Ucraina, accompagnata dalle minacce russe di usare armi nucleari e da un aumento della retorica nucleare, i leader europei hanno fatto ricorso alla loro retorica nucleare e hanno discusso apertamente di schierare più armi nucleari americane in più Paesi o, persino, che l’Ue dovrebbe acquisire le proprie armi nucleari, una mossa che minerebbe fatalmente il Trattato di non proliferazione nucleare. Da quando il presidente Trump è tornato a governare, i leader europei si sono aggrappati ancora di più alle armi nucleari e si è discusso anche dell’idea che armi nucleari francesi possano essere schierate in altri Paesi più vicini alla Russia. I leader europei devono porre fine alla loro irresponsabile e inasprita retorica nucleare.
Nonostante l’aumento della spesa militare, secondo lei, l’uso delle armi nucleari resta una possibilità remota?
La minaccia che le armi nucleari possano essere nuovamente utilizzate in un conflitto o per errore è più alta che mai. Lo ha riconosciuto il “Bulletin of the atomic scientists”, a gennaio di quest’anno, quando ha spostato il cosiddetto “orologio dell’Apocalisse” il più vicino possibile alla mezzanotte, il momento che simboleggia la fine della civiltà umana. La minaccia dell’uso nucleare è aumentata con due Stati dotati di armi nucleari, Russia e Israele, coinvolti in guerre in Europa e in Medio Oriente, così come con l’aumento delle tensioni tra India e Pakistan, e nella penisola coreana. Eppure, invece di intervenire per ridurre questo rischio, i nove Stati dotati di armi nucleari stanno spendendo miliardi per modernizzare i loro sistemi d’arma. Il tutto mantenendo la minaccia di usare armi nucleari, insita nella dottrina della deterrenza nucleare. Dobbiamo eliminare le armi nucleari prima che ci eliminino e abbiamo la soluzione a portata di mano. Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), a cui hanno già aderito 140 su 193 Paesi delle Nazioni Unite, ma non l’Italia, fornisce il quadro per porre fine alla minaccia nucleare, poiché traccia un percorso, secondo il diritto internazionale, verso un disarmo equo e verificabile da parte di tutti i Paesi.
PAESI CON ARMAMENTI NUCLEARI
Stati con armi nucleari aderenti al Trattato di non proliferazione (Tnp): Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina.
Stati con armi nucleari non aderenti al Tnp: India, Pakistan, Corea del Nord e Israele (possesso mai confermato).
Stati in condivisione nucleare: Bielorussia (in alleanza con la Russia); Turchia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Italia.
Stati che in passato hanno posseduto armi nucleari: Sudafrica, Ucraina, Kazakistan.
Altri Paesi con programmi nucleari civili: Egitto, Iran, Turchia, Emirati arabi uniti.