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Il futurismo nei manifesti in mostra a Treviso
La grande miniera della Collezione Salce, la più importate e ampia raccolta di manifesti storici in Italia e una delle più rilevanti collezioni pubbliche del settore al mondo, svela una spettacolare sequenza di suoi tesori. Con il titolo il “Futurismo di carta”, nel complesso San Gaetano di Treviso, sede del museo nazionale Collezione Salce, si accendono i riflettori su un aspetto non ancora sufficientemente indagato delle multiformi espressioni della più vitale delle avanguardie italiane.
L’indagine, condotta da Elisabetta Pasqualin, direttrice del museo Nazionale, con la collaborazione di Sabina Collodel, si sviluppa su due successivi momenti con altrettante mostre. La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce” è al San Gaetano dal 28 ottobre al 25 febbraio 2024. A seguire, dal 1° marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”. Unico il catalogo, edito da Gangemi Editore, che riunisce le immagini e le considerazioni scientifiche sull’intero percorso espositivo.
“Che il Futurismo sia risultato pervasivo di ogni aspetto della quotidianità, editoria e grafica pubblicitaria comprese, è cosa ben conosciuta - sottolinea la direttrice Pasqualin -. Proprio quest’ultima si rileva essere l’espressione che più si adatta al linguaggio futurista che trova in Fortunato Depero il massimo esponente: nel manifesto «Il futurismo e l’arte pubblicitaria», del 1931, dichiara «L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria»”.
Tra gli artisti presenti in mostra, sono da evidenziare Mario Sironi, Marcello Dudovich, Fortunato Depero, Federico Seneca, Marcello Nizzoli, Gino Boccasile, Nicolai Diulgheroff, Xanti Schawinsky, Giulio Cisari, Lucio Venna, Umberto di Lazzaro, Luigi Martinati.
Ed è proprio sulla declinazione grafica dell’arte futurista che questa mostra si concentra “perché, sebbene le opere su tela e di scultura siano ben note e di facile riconoscimento, i manifesti pubblicitari rimangono tutt’oggi un settore di nicchia e sviluppano un loro linguaggio specifico.
Innanzitutto, l’utilizzo degli elementi tipografici è innovativo, le lettere si fanno più solide e vistose, le parole vengono disposte liberamente nello spazio secondo linee forza oblique o assecondando le sinuosità delle sagome, la scelta dei colori ricade su quelli più accesi che vengono accostati per contrasto, la luce e il suono si fanno visibili tanto da essere rappresentati attraverso fasci e anelli circolari, anche la prospettiva perde tutte le certezze consolidate nei secoli e viene scomposta per piani che si compenetrano. Le figure umane sono meno definite e in alcuni casi si assiste all’“animazione del prodotto”, che viene composto in modo da simulare un soggetto diverso, come l’esempio di Mario Bazzi che compone per Lampo un omino costruito con latte.
Il primo appuntamento della mostra vede i manifesti dal 1915 al 1930 disposti nelle tre sale del museo, ognuna delle quali dedicata a uno dei temi principali: l’interpretazione della figura umana, la velocità e il movimento, l’espressione della cultura e della società. Il secondo appuntamento vedrà le opere dal 1930 al 1940, quando il futurismo raggiunto l’apice dello sviluppo si caratterizza nell’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto e un avvicinamento al surrealismo.
“Il progetto della mostra in due episodi proposto dal nostro museo Salce si collega – sottolinea il direttore della Direzione regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura, Daniele Ferrara – a un altro importante progetto espositivo che, anche con la collaborazione del Salce, è aperto al Palazzo Lanfranchi, a Matera. In quella sede, ad essere approfondito è il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento futurista”.