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Futurismo di carta, l’avanguardia nei manifesti della collezione Salce
Ha inaugurato il primo marzo la seconda parte della mostra “Il futurismo di carta” allestita grazie ai manifesti pubblicitari della collezione Salce, nella sede di San Gaetano del museo nazionale. Sarà visitabile fino al 30 giugno, dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 18.
Dopo la prima esposizione, dedicata alle “Forme dell’avanguardia” e terminata il 25 febbraio, ora sono esposte al Salce le opere più tarde del periodo futurista, degli anni ’30 e ’40, quando l’avanguardia inizia a risentire delle influenze del cubismo e del surrealismo.
“Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”, questo il sottotitolo della mostra, curata da Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, espone i manifesti dell’epoca d’oro del futurismo, di cui portano ancora tutte le caratteristiche, dalla passione per la velocità, alla fiducia nelle macchine, dall’onomatopea, al culto del corpo e all’esaltazione delle imprese sportive, specchio del periodo storico e riflesso della propaganda nazionalista del regime fascista.
Con l’aeropittura i futuristi manifestano l’entusiasmo per il volo, il dinamismo e la velocità dell’aeroplano.
I manifesti, e altrettanto la pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi da Paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista al centro della scena.
Le cronache enfatizzano le imprese solitarie di aviatori italiani, i nuovi eroi popolari. Le ali italiane battono ogni record di velocità, distanza, altezza e diventano la testimonianza evidente di uno Stato nuovo, potente, protagonista della scena mondiale. Cresce l’orgoglio nazionale, attentamente catalizzato dalla propaganda fascista. E’ il tempo degli eroi del cielo e dei primi voli di linea, della nascita delle compagnie aeree.
“Si riconferma il binomio automobile-areo - chiarisce la curatrice, Elisabetta Pasqualin - espressione di dinamismo e velocità. Nelle macchine, scie di colore, circuiti automobilistici, linee a zig zag e a spirale. Il cielo, la terra, ma anche l’acqua: motoscafi che sfrecciano lasciando profonde scie e lanciano alti spruzzi, eliche in primo piano. Complice la spinta alle attività sportive, protagonista di molti manifesti di questo momento è il corpo in movimento. La figura umana viene ancora interpretata in chiave di modernità per impersonare le continue novità dell’industria. Anche il volto umano diventa spesso soggetto di affiche, scomposto in chiave quasi cubista, geometrizzato o reso quasi un sogno, propone una visione onirica e irrazionale, libera da suggestioni logiche. E la grafica si dimostra già pronta a voltare pagina”.