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Possagno: la rivincita di Antonio Canova

In occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova, Possagno ha reso omaggio al suo artista con una domenica di grandi festeggiamenti: la messa al Tempio, presieduta dal vescovo di Treviso, l'inaugurazione della restaurata Casa Canova, una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova. 

Canova aveva scoperto un valore su cui giocare tutta la vita. L’arte, la creazione del bello, passione estrema a cui l’artista, del Neoclassicismo, nato a Possagno, ha mirato in tutta la sua storia umana e artistica e lo ha anche piegato a supplicare il potente di turno, Napoleone Bonaparte.

Proprio da qui è partito il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, nella sua omelia durante la celebrazione della messa per il bicentenario della morte del grande artista. “Se in un mondo apparentemente in mano al male, all’arbitrio del potente, alla forza bruta, hai avuto l’intuizione che ci può essere una giustizia e la difesa del povero, che ci può e deve essere l’opera di un Dio buono, misericordioso e giusto, allora devi lottare corpo a corpo con Lui, devi implorare e chiedere, e supplicare di darti ciò che a questa intuizione corrisponde nel profondo”. La supplica di Canova si avvicina “alla supplica insistente della vedova nei confronti del giudice - che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno - della plastica parabola”, centro della XXIX domenica del Tempo ordinario e che è risuonata nel Tempio di Possagno, gremito non solo da autorità civili, religiose e militari, ma anche di tanta gente venuta da vicino, i tanti compaesani di Canova, ma anche da molto lontano, per celebrare l’artista punto di riferimento degli artisti almeno fino ai primi del Novecento.

L’omelia è, quindi, proseguita con un’esortazione alla preghiera “pregare sempre, senza stancarsi mai” sull’esempio del Cristo. 

Al termine della celebrazione è intervenuto don Pierangelo Salviato, parroco delle comunità della collaborazione pastorale Valcavasia, ringraziando il Vescovo per la costante attenzione “alle nostre comunità così intensamente pervase dalla bellezza nell’arte”.

Importanti lavori nei luoghi canoviani

Il parroco ha annunciato l’approvazione da parte della Sovrintendenza del progetto che darà finalmente un accesso al Tempio ai diversamente abili, un progetto che rispetta la simmetria dell’edificio così come lo aveva concepito Canova.

Il sindaco di Possagno, Valerio Favero, ha poi annunciato la conclusione del restauro della Casa natale di Canova presso la Gipsoteca. Il restauro, curato da  Tommaso Ferula, ha ridato allo spazio l’aspetto di una casa. Sono stati spesi 100 mila euro, offerti dalla ditta Chrysos di Borso del Grappa. Arriverà anche il restauro dell’ala Lazzari della Gipsoteca, che subirà un adeguamento sismico del costo di circa un milione di euro. Definito anche l’intervento prossimo per la sistemazione dell’ala Scarpa, circa 400 mila euro. 

La direttrice della sede museale, Moira Mascotto, ha ricordato come il 16 ottobre del 1822 sia stato il giorno dei funerali e del corteo acqueo che hanno accompagnato le esequie di Canova a Venezia. “Oggi ,16 ottobre 2022, celebriamo con qualche giorno di ritardo il bicentenario della morte, avvenuta il 13 ottobre, ma siamo in piena sintonia con le parole di Floriano Francesconi, nella cui casa veneziana Canova è morto, che lo definì un “animo bello e puro su cui scende il pianto dell’Italia e dell’universo”. 

Alla cerimonia è intervenuto anche il sovrintendente ai beni artistici e archeologici del Veneto dottor Fabrizio Magani. Coperta la breve distanza che separa il Tempio dalla Gipsoteca, il professor Sgarbi, presidente della Fondazione Canova, ha inaugurato assieme al sindaco di Possagno il restauro di Casa Canova. 

La lectio magistralis di Sgarbi

Un’accorata difesa e valorizzazione dell’artista Antonio Canova, quella fatta domenica 16 ottobre, nello splendido scenario del Tempio canoviano, a Possagno, dal professor Vittorio Sgarbi. Il presidente della Fondazione Canova, nonché critico d’arte, ha dal 2019 adottato questo artista come il riferimento di tutta l’arte italiana, snodo tra l’Ottocento e il Novecento e maestro esemplare della scultura universale. 

La proiezione di una serie di videoclip musicali, realizzate dal maestro Luca Giardini, che davano movimento e vita ad alcune delle opere di Canova, sulle musiche di altrettanti autori contemporanei dell’artista stesso o da lui in qualche modo influenzati, ha dato lo spunto al professor Sgarbi per fare una riflessione sulle diverse arti: poesia, pittura, scultura, musica.  Sul parallelismo che esiste nei secoli fra la arti, e che si manifesta proprio con il nuovo rinascimento rappresentato dal Neoclassicismo, quando l’arte classica viene riletta anche dalla musica. Se i 90 anni assoluti della pittura sono stati quelli tra il 1460 e il 1550, lungo l’asse Firenze, Ferrara, Venezia, la musica matura tra il  ’700 e l’800, con artisti come Mozart, Haydn, Beethoven, anche grazie all’incontro con l’arte di Antonio Canova. 

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