Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Come sopravvivere alla giungla dei bonus


Oggi c’è, domani chi sa. Una categoria cancellata protesta e allora, a seconda del peso della lobby, eccolo ricomparire. E’ il bonus, ovvero la politica fatta a “spot”. Strategico, a volte. Ogni opposizione contesta al Governo di turno che non si risolvono i problemi con i bonus, e ogni Governo ne cancella e ne crea di nuovi. Giungla viene definita, e giungla è. Un esempio: il Governo Meloni ha tolto gli incentivi per occhiali, acqua potabile, donne, 18app, modificato in carta cultura e merito, legata all’Isee, ha cambiato il Superbonus, e ne ha tenuto la maggior parte: auto, bollette, sisma, ecobonus, mutui per under 36, mobili, asili nido, trasporti, colonnine di ricarica, social card, psicologo. E ne ha aggiunto uno per combattere la denatalità: il bonus mamme sotto forma di decontribuzione fiscale. Presso il Ministero della Salute è stato istituto anche un Fondo per il sostegno ai proprietari di animali d’affezione, per il sostenimento delle spese veterinarie (visite, operazioni chirurgiche, acquisto di farmaci veterinari). Però è destinato ai proprietari di animali di età superiore a 65 anni (i proprietari...) e con un Isee inferiore a 16.125 euro.
Con gli scorsi Governi abbiamo avuto il bonus vacanze, monopattino, biciclette... Soldi pubblici a pioggia, spesso con delusione per gli aventi diritto, che non riuscivano ad aggiudicarsi il bonus in tempo, ovvero fino a soldi stanziati disponibili. Perché, spesso, sono misure a vantaggio dei “professionisti del bonus”, di coloro che hanno accesso a più informazioni.
“Sono tantissimi i bonus che molto spesso non conosciamo - ci conferma Antonio Miotto, responsabile del Caf Csil Belluno Treviso -. Alcuni sono automatici con la presentazione dell’Isee, altri richiedono ulteriore domanda a enti o società private. Il compito nostro è quello di dare un aiuto rispetto a quello che un cittadino può richiedere e di cui ha diritto, considerato la sua dichiarazione Isee”. Solo con dichiarazione Isee, siamo a 16 bonus. Ma c’è anche chi non la fa, perché pensa di non averne necessità. Chi la fa autonomamente e la scarica da sé, e in questo caso il Caf non può venire in aiuto. Il consiglio del sindacato è, comunque, di fare la dichiarazione Isee: “Pensiamo al bonus Università, tanti ritengono di non averne diritto perché non appartengono alle fasce deboli e hanno un reddito accettabile. Reddito e Isee sono due cose completamente diverse e la soglia per il contributo universitario è alta. Fare la dichiarazione Isee è gratis, vale la pena”.
Ma, allora, chi fa domanda di bonus, i “professionisti del bonus”? “Ultimamente - ci dice Miotto - attraverso gli smartphone e i mezzi di comunicazione più numerosi, la platea si è molto ampliata, si riescono a raggiungere più persone, rispetto alle campagne mediatiche di un tempo. Molto persone sanno che ci sono questi bonus, vengono a chiedere e capiamo insieme se ne hanno diritto. Ovviamente, ci sono in maggioranza le fasce più deboli, che sono anche le più abituate a chiedere aiuti”.
Rispetto al passato, molti di questi bonus si basano sulla dichiarazione Isee, acronimo che sta per Indicatore della situazione economica equivalente. Non a pioggia, quindi, ma con dei limiti. Modo più democratico, senz’altro. “Sicuramente - conferma il sindacalista -, anche se si basa sui redditi di due anni prima. Se il reddito è profondamente diverso, si può fare una dichiarazione più recente. E’ una dichiarazione veritiera di tutto quello che uno ha. Dovendo beneficiare di soldi pubblici, è corretto che venga verificata la situazione reddituale di chi fa domanda”.
E così, ad esempio, per aver diritto al bonus università l’Isee è fissato a 40.000 euro, mentre per il bonus bollette il limite massimo è stato alzato ora a 15.000 euro, rispetto al precedente limite Isee di 9.000 euro, che escludeva la maggior parte delle persone.
Se un “difetto” si può trovare a questo sistema di attribuzione su base Isee è che penalizza di molto i single rispetto alle famiglie. A loro non resta, quindi, che mettersi insieme, almeno per fare una lobby!