Sentiamo anche il dovere di segnalare la difficile e a volte critica situazione in cui versa oggi nel...
Tornare cittadini: riflessioni alla 38ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani

La quarta serata della 38ª settimana sociale dei cattolici trevigiani sul tema “Tornare cittadini”, all’interno della riflessione più generale sull’Amicizia sociale, è coincisa, mercoledì 8 ottobre, nell’auditorium San Pio X di Treviso, con il primo appuntamento di Partecipare il presente, che festeggia il ventennale. “È una cosa abbastanza strana che un cartello così variegato e con sensibilità e scopi anche molto diversi rimanga insieme per così tanto tempo. Noi l'abbiamo tenuto, siamo strutture, si dice in gergo tecnico, a legame debole. Figurarsi un'associazione di associazioni. Quindi, quello che c'è, in realtà, e che c'è stato fra molti dei componenti di questo organismo è la volontà di stare insieme”, ha introdotto Luca Bertuola, presidente di Partecipare il presente. E ha continuato: “Siamo nati quasi tutti 80 anni fa, assieme alla nostra bellissima Carta Costituzionale. Ma abbiamo anche il compito, giorno per giorno, di viverla e generarla”.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Daniele Ferrazza, è intervenuto il prof. Alessandro Rosina, ordinario di demografia alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha portato i dati di alcune ricerche, tra cui quelle dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo: “I giovani si scontrano con la difficoltà di poter incidere sul cambiamento, perché si sentono marginali. Se noi lasciamo i giovani nelle condizioni di insicurezza, di impotenza e di disagio, saranno sempre più portati verso l’idea di avere qualcuno che alla fine migliori le cose, perché il sistema, di per sé, non sta funzionando”. È il concetto dell’uomo forte al potere.
Eppure, ci sono modi per potere incidere, e lo diceva Franco Basaglia, come riportato dal docente di Filosofia morale, Paolo Gomarasca: “I grandi cambiamenti partono da piccole mosse di piccoli gruppi organizzati, che fanno non soltanto resistenza, ma realmente sabotaggi. La maggior parte delle persone che sono qui in sala, in questo momento, fa quotidianamente sabotaggi e il bello del sabotaggio è che reinnesca quella conflittualità dove le persone si sentono vive, respirano e possono ancora sognare”.
E di queste esperienze di piccoli gruppi ha parlato Francesco Stoppa, docente di psicopatologia della Famiglia, per moltissimi anni un uomo dentro alle istituzioni, dentro al sistema sanitario e sociale pubblico, in particolare in Friuli Venezia Giulia. “Se c'è una cosa buona che gli adulti possano fare è creare spazi, tutto, invece, viene deciso in cabine di regia dirigenziali che non permettono nessun dialogo, nessuno scambio. Io mi sono mosso all'interno del servizio pubblico costruendo un'esperienza di sviluppo di comunità in quattro quartieri della città, in cui le istituzioni si erano messe non solo a dialogare con le associazioni, le parrocchie, i cittadini attivi, ma a imparare da loro come si può ritornare ad ascoltare le esigenze dei cittadini”.
Stefano Feltri, giornalista, autore del libro “Tornare cittadini”, sottolinea un'ambiguità di fondo sulla partecipazione e cioè che la partecipazione sia andare a votare alle elezioni: “Ma hanno ragione quelli che non vanno a votare, perché l'esperienza concreta di questi ultimi anni è stata che sostanzialmente la scelta era fra gruppi di élite tra loro alternativi che seguivano le stesse politiche. Il maggiore complimento che viene fatto al governo Meloni è di non essersi discostato troppo dal governo Draghi”. E conclude: “I problemi che noi stiamo affrontando non sono problemi che si possono risolvere da soli o in piccoli gruppi. Viceversa, vedo molti fermenti per fare iniziative che cambino il modo di affrontare questi grandi problemi”.