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Venerdì 29 novembre lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil anche a Treviso

L’appuntamento è alle 9.30 a Treviso in via Roma per procedere poi verso piazza della Vittoria. Lì dalle ore 10, avranno luogo gli interventi dei delegati e delle delegate e dei segretari generali di Treviso e Belluno. Concluderà Christian Ferrari, segretario nazionale Cgil

La Cgil di Treviso e la Uil trevigiana saranno protagoniste della mobilitazione nazionale indetta in occasione dello sciopero generale di venerdì 29 novembre. L’appuntamento è alle 9.30 a Treviso in via Roma per procedere poi verso piazza della Vittoria. Lì dalle ore 10, avranno luogo gli interventi dei delegati e delle delegate e dei segretari generali di Treviso e Belluno. Concluderà Christian Ferrari, segretario nazionale Cgil.

La mobilitazione, si legge in una nota dei due sindacati, “è contro la manovra di bilancio del Governo Meloni, che penalizza lavoratori, pensionati e i servizi pubblici fondamentali. Lo sciopero di 8 ore (per l’intera giornata di lavoro), che coinvolgerà milioni di lavoratori e lavoratrici in tutta Italia, è stato proclamato per chiedere al Governo un’inversione di rotta rispetto alle politiche economiche attuate fino a oggi, ritenute inadeguate e dannose per il futuro del Paese. In particolare, la Cgil e la Uil rivendicano un intervento deciso per aumentare il potere d’acquisto di salari e pensioni, garantire il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali efficaci, e fermare l’emorragia di diritti e tutele”.

Secondo Cgil e la Uil, “la manovra di bilancio proposta è insufficiente per affrontare le vere sfide del Paese e rischia di danneggiare gravemente i lavoratori, i pensionati e i servizi pubblici essenziali. In particolare, le organizzazioni sindacali denunciano l’aggravarsi della precarietà e la crescente perdita di potere d’acquisto, causata dall’inflazione non adeguatamente contrastata. Inoltre, si teme un aumento dei tagli ai servizi pubblici, in particolare sanità, istruzione e trasporti, con effetti devastanti per le fasce più vulnerabili della popolazione. Si segnala anche l’insufficienza dei rinnovi contrattuali per i lavoratori del pubblico impiego, che non coprono neanche un terzo dell’inflazione, e le politiche fiscali che, non contrastando adeguatamente l’evasione e riducendo la progressività, penalizzano i cittadini onesti”.

Cgil e la Uil chiedono una politica economica che “miri a una reale uguaglianza sociale attraverso una maggiore tassazione sugli extraprofitti, lotta serrata all’evasione fiscale per finanziare adeguatamente settori cruciali come la sanità, l’istruzione e la ricerca. Inoltre, chiedono rinnovi contrattuali che aumentino i salari e una rivalutazione delle pensioni adeguata, con l’introduzione della quattordicesima anche per i pensionati minimi. Le due confederazioni sindacali chiedono a gran voce anche una riforma complessiva del sistema pensionistico per superare la Legge Monti-Fornero, una politica industriale capace di proteggere i settori strategici e creare nuovi posti di lavoro, e interventi concreti per combattere la precarietà, garantendo maggiore sicurezza e diritti sul lavoro. Infine, Cgil e Uil si oppongono fermamente al Disegno di Legge Sicurezza, che limita il diritto di manifestare e di esprimere dissenso, chiedendo il suo ritiro immediato per rispettare pienamente i diritti e le libertà sancite dalla Costituzione”.

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