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Fossalta padovana: restaurato il capitello di sant’Antonio abate

Il capitello, risalente alla seconda metà del Quattrocento, è stato costruito in tempi in cui la gente, costretta a vivere anche situazioni di fame, freddo e malattie, si affidava alla protezione divina. In particolare, sant’Antonio abate, venerato anche come protettore degli animali, come ricordano ancora i paesani più anziani, era invocato dalla povera gente, che, recandosi al capitello, chiedeva la sua intercessione per la salute degli animali, in un tempo in cui uomini e animali si spartivano il duro lavoro dei campi

La comunità di Fossalta padovana si è riunita sabato 14 giugno per l’inaugurazione del restauro del capitello dedicato a sant’Antonio abate, un piccolo tesoro di fede, arte e cultura.

Il capitello, risalente alla seconda metà del Quattrocento, è stato costruito in tempi in cui la gente, costretta a vivere anche situazioni di fame, freddo e malattie, si affidava alla protezione divina. In particolare, sant’Antonio abate, venerato anche come protettore degli animali, come ricordano ancora i paesani più anziani, era invocato dalla povera gente, che, recandosi al capitello, chiedeva la sua intercessione per la salute degli animali, in un tempo in cui uomini e animali si spartivano il duro lavoro dei campi.

Il parroco, don Rolando Nigris, ha sottolineato il valore del capitello per la nostra fede come segno che ci ricorda la presenza di Dio e ci aiuta ad alzare gli occhi al cielo, staccandoci per un momento dalla frenesia della nostra quotidianità.

La sindaca di Trebaseleghe, Antonella Zoggia, che è intervenuta assieme ad altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale, ha ricordato l’importanza di questo restauro, fortemente voluto e per questo finanziato per oltre la metà della spesa proprio dal Comune, come “un’opera che unisce insieme l’arte, la cultura, la storia del nostro paese e soprattutto delle persone, affermando che nessuno di noi è solo finché riusciamo a curare questi segni per la nostra comunità”.

Presente alla cerimonia di inaugurazione anche don Paolo Barbisan, direttore dell’ufficio Beni culturali della Diocesi di Treviso, che ha guidato un momento di preghiera e la benedizione dell’opera, invitando tutti a riscoprire la figura di questo santo, detto anche sant’Antonio del Deserto, che è considerato il fondatore del monachesimo cristiano.

Un sentito ringraziamento è stato rivolto alle tante persone e ditte, assieme all’architetto Gherardo degli Azzoni Avogadro, che con tanta professionalità e passione hanno contribuito alla realizzazione di questa importante opera, restituita ora nel suo grande splendore alla comunità di Fossalta.

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