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Altivole: suor Luigia Gazzola “Giusta tra le Nazioni”

Una nuova “Giusta tra le Nazioni” sarà ricordata per sempre con il nome inciso allo Yad Vashem di Gerusalemme. Ad aver ricevuto questo riconoscimento importante è suor Luigia Gazzola, originaria di Altivole (1900-1983); il nipote Mario Gazzola, raggiunto dalla missiva a firma del direttore Joel Zisenwine, del Dipartimento dei Giusti tra le Nazioni, ne dà, dunque, notizia. Appartenente alla congregazione delle cosiddette “Suore di Carità di Maria Bambina”, fondata dalle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, durante il Secondo conflitto mondiale degli anni 1940-1945, in qualità di superiora nella casa di salute per signore di Carate Brianza, a Monza, ha protetto e aiutato alcune persone ebree, di cui una ancora vivente, correndo gravi rischi personali. “Suor Luigia – ricorda il nipote – ha prestato servizio e assistenza a favore dei malati in diversi ospedali per oltre cinquant’anni e ha concluso la sua laboriosa ed eroica esistenza nella casa Gerosa di Bassano del Grappa”.
Suor Luigia era molto legata alla sua parrocchia di origine ed è sempre stata in collegamento con i diversi parroci che si sono succeduti, oltre alla prima di 10 consorelle altivolesi che hanno aderito al suo ordine religioso. Nell’immediato periodo del dopoguerra, si è prodigata per trovare un dignitoso lavoro ed occupazione ad alcune decine di ragazze della zona, nella struttura da lei diretta, in qualità di ausiliarie o infermiere, ma anche come collaboratrici in famiglie agiate del territorio.
“È un riconoscimento di eccezionale valore e di grande significato religioso e civile - commenta ancora il nipote, cui fa eco anche il parroco di Altivole, don Luciano Marchioretto -. Nel nostro ultimo incontro, il 20 febbraio 1983, mi confidò che era in atto un riconoscimento per la sua attività a favore di alcune persone di origine ebraica che aveva accolto e salvato a Carate Brianza, su richiesta di mons. Castelli, collaboratore del cardinale Schuster arcivescovo di Milano”. Avrebbe dovuto avere notizie più precise, ma peggiorarono le già gravi condizioni di salute, e la zia morì pochi giorni dopo.
Oggi, arriva la conferma di quell’importante riconoscimento dato a coloro che, non-ebrei, hanno rischiato la propria vita senza interesse personale, per salvare ebrei durante l’Olocausto. In totale i Giusti alla Yad Vashem sono oltre 27 mila. Di questi, più di 700 sono italiani. Si tratta di riconoscimenti individuali, assegnati sulla base della testimonianza dei sopravvissuti, di testimoni oculari o di documenti attendibili.