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Con Marco Cavallo oltre i muri, bella festa di inclusione a Mogliano Veneto




Al parco della Cultura di Mogliano Veneto si è tenuta, sabato 27 e domenica 28 settembre, la manifestazione “Cavalcando Marco Cavallo”, tra sogno e libertà. Una bella festa di inclusione e condivisione, attorno al grande cavallo azzurro ideato cinquant’anni fa nel manicomio di Trieste.
Una manifestazione che è riuscita a mettere insieme tante differenti realtà associative, attive nel territorio moglianese. Dall’associazione Fattibillimo che opera con la disabilità, alla cooperativa sociale Orchidea, che lavora con persone in situazione di malattia mentale e con disabilità, al Ceis di Campocroce che si occupa di riabilitazione di persone affette da dipendenza, a Officina 31021, un laboratorio sociale per giovani, fino ai bambini della scuola primaria Piranesi.
Il progetto, coordinato dall’artista Angelo Zennaro, godeva del patrocinio degli Assessorati a Cultura ed Eventi e Politiche sociali e Pari opportunità di Mogliano, con il supporto di Bcc Pordenonese e Monsile.
“Negli anni ’70 - si legge nella locandina della festa - a Trieste nacque Marco Cavallo, dall’incontro fra pazienti, artisti e cittadini, un’installazione in cartapesta, dotata di ruote, che poi fu portata all’esterno, simbolo dell’abbattimento dei muri del manicomio. Un grande cavallo azzurro, che ai pazienti psichiatrici ricordava l’amico che per tanti anni trainava il carretto della lavanderia; divenuto emblema di liberazione, speranza e libertà. Oggi quella stessa energia rinasce a Mogliano: un ponte fra memoria e futuro, un gesto collettivo che coinvolge l’intera comunità. Un grande cavallo torna a vivere, costruito da scuole, cittadini e associazioni. Con lui abbiamo cercato di dimostrare che fare insieme è possibile, abbattere muri e barriere è un atto di cura. La libertà e la dignità appartengono a tutti”.
In preparazione alla festa al parco, le varie realtà coinvolte hanno organizzato laboratori artistici, incentrati sul concetto di inclusione e diversità, che hanno dato vita a numerose e suggestive performance, culminate nella partecipazione alla manifestazione. Un’occasione per riflettere sulla storia dei diritti civili e sulla forza liberatoria dell’arte.
Il momento clou è stata la decorazione di Marco Cavallo, scultura realizzata sulla base del modello originale di Vittorio Basaglia, cugino del più noto Franco Basaglia, lo psichiatra padre della riforma di chiusura dei manicomi.
“Molti anni fa - ha raccontato il coordinatore Zennaro - avevo tentato di portare Marco Cavallo a Mogliano, ma non ebbe molto successo, perché in pochi lo conoscevano. A luglio 2024, quando papa Francesco fu a Trieste per la chiusura della Settimana sociale dei cattolici, il cardinale Matteo Maria Zuppi gli presentò Marco Cavallo come simbolo degli ultimi, degli esclusi. Allora, ho pensato fosse venuto il momento di ritentare”.
L’esperimento sociale, stavolta, ha funzionato molto bene.