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Fossalunga: si abita insieme a Casa Crico

L’intervento di riqualificazione degli spazi, chiusi di fatto dal 2004, è il risultato dell’importante lavoro sinergico dell’Area urbana Asolano-Castellana-Montebellunese, dell’Ipab Crico, dell’Unione dei Comuni Marca occidentale e della cooperativa Una casa per l’uomo, chiamata a gestire l’operatività del progetto.

E’un progetto ambizioso e innovativo quello che sta prendendo forma nella neo inaugurata Casa Crico a Fossalunga di Vedelago, alla ex casa di riposo. Il restauro di villa Pomini Galli, iniziato a metà 2018 e già concluso, ha permesso la realizzazione di 9 mini alloggi in cohousing rivolti a persone in disagio abitativo e sociale.

L’intervento di riqualificazione degli spazi, chiusi di fatto dal 2004, è il risultato dell’importante lavoro sinergico dell’Area urbana Asolano-Castellana-Montebellunese, dell’Ipab Crico, dell’Unione dei Comuni Marca occidentale e della cooperativa Una casa per l’uomo, chiamata a gestire l’operatività del progetto. E’ stato finanziato con un contributo comunitario di 630 mila euro e con 240 mila euro circa da fondi dell’Ipab e dall’Unione dei comuni.

“Casa Crico ricorda da un lato il monsignore parroco di Fossalunga, uomo che ha impastato i suoi talenti con i bisogno del tempo - ha detto il presidente don Antonio Martignago -; dall’altro rimette al centro l’importanza di avere un alloggio, un luogo dove poter stare e, nella prospettiva di questo progetto, riannodare i fili della propria vita. Per l’edificio è una nuova ripartenza, con la consapevolezza della storia passata e lo sguardo sul futuro”.

L’intervento edilizio, sottoposto al vincolo di tutela monumentale da parte della Soprintendenza, oltre all’efficientamento energetico di tutto il complesso ha riguardato il risanamento conservativo della struttura e a permesso di ricavare i 9 alloggi oltre che gli ambienti comuni della cucina, della sala da pranzo, dei locali di servizio di uso comune al piano terra.

“I destinatari del cohousing saranno persone e famiglie inviate dai comuni del territorio grazie a una apposita convenzione decennale - ha spiegato Francesco Fiorentin, Una Casa per l’uomo -. Abbiamo pensato prevalentemente a chi vive in situazioni di disagio economico o sociale, ai nuclei monogenitoriali, gli anziani fragili benché con margini di autonomia compatibili con la struttura, donne vittime di violenza, giova adulti in uscita da percorsi di comunità o affidamento”. La proposta, per chi verrà accolto, sarà orientata a costruire percorsi di autonomia, inclusione sociale e anche dialogo con il territorio e con la comunità. “Sarà appunto uno spazio di relazioni, interne alla casa, ma anche esterne con l’obiettivo di contrastare l’isolamento e la solitudine”.

Questo progetto, inserito nella Sisu, la strategia integrata di sviluppo urbano sostenibile nell’area urbana Asolano-castellana-montebellunese, si aggiunge ad altri interventi già portati a termini e in corso: “Sono la mobilità sostenibile, con l’acquisto di 15 autobus euro VI e un autobus elettrico da parte di Mom - ha sottolineato Marzio Favero che dell’autorità è presidente, oltre che sindaco di Montebelluna -; l’agenda digitale con due diverse piattaforme per avere città più smart; e la ristrutturazione di 16 alloggi Erp di Ater e 13 di Aeep, oltre che un altro cohousing di 17 alloggi all’Ipab Umberto primo”.

Anche il vescovo di Treviso, mons. Gianfranco Agostino Gardin, ha presenziato all’inaugurazione di Casa Crico, benedicendo la struttura e le persone che la frequenteranno: “E’ il segno della capacità di leggere i bisogni del territorio e di trovare sempre nuove importanti strategie di risoluzione. Auguro che questa opera innesti nel territorio una rinnovata sensibilità sociale e che sia significativo di valori e relazioni”.

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