venerdì, 16 maggio 2025
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La periferia dal volto umano: la visita pastorale arriva a Casier

Cinque le comunità fra Treviso e Casier che attendono il Vescovo

Percorrendo la strada che dalla chiesa Votiva, appena fuori dalle mura di Treviso, porta a Dosson e a Casier, si percepisce una certa continuità del territorio. Centri abitati intervallati da zone industriali e artigianali, e ancora, zone residenziali seguite da centri commerciali, come se la periferia della città si fosse allargata fino a quella che un tempo era piena campagna, inglobando in una sorta di “città diffusa” paesi più o meno grandi.
E’ qui che dalla prossima settimana il Vescovo farà tappa per la sua Visita pastorale alla Collaborazione di Casier, istituita nel maggio dello scorso anno: 5 parrocchie, Frescada, S. Maria Ausiliatrice, Sant’Antonino, Casier e Dosson, rette da quattro parroci, e ricadenti nel territorio amministrativo di tre comuni (Casier, Treviso e Preganziol). Una Collaborazione costituita da 23.500 abitanti, con una crescita demografica abbastanza importante negli ultimi due decenni, favorita dalla costruzione di nuove zone residenziali.
“Il nostro lavoro insieme è iniziato ancora prima della istituzione «ufficiale» - sottolinea don Roberto Maccatrozzo, parroco di Casier e Sant’Antonino e coordinatore della Collaborazione -, con molte attività svolte assieme, a partire da iniziative dei gruppi giovanili, di formazione per gli adulti, incontri biblici, veglie di preghiera in preparazione al Natale e alla Pasqua, le celebrazioni penitenziali, e la gestione del Centro di ascolto Caritas. Ora siamo ancora più motivati a lavorare insieme mettendo in comune le nostre tradizioni e ricchezze”.
“Frescada è forse la realtà più anonima - spiega il parroco, don Tiziano Galante - all’incrocio di tre comuni, istituita nel 1970. Ma il fatto di non avere una grande storia alle spalle può favorirci nella costruzione di un cammino comune con le altre parrocchie”. Un modo per “favorire” la collaborazione è anche quello di condividere la tavola, come fanno spesso don Tiziano, don Adriano Fardin, parroco di Dosson, don Eddie Pedregosa, assistente degli immigrati cattolici filippini, che vive a Dosson, don Roberto e p. Maurizio Vanti, parroco di Santa Maria Ausiliatrice. A Frescada c’è una fraternità di Cooperatrici pastorali diocesane, una presenza importante, così come quella delle comunità religiose, dalle Francescane di Cristo Re a Dosson, alle Ancelle Missionarie del Santissimo Sacramento a S. Antonino, alle Suore Maestre di Santa Dorotea a S. Maria Ausiliatrice, oltre ai religiosi dell’ordine francescano dei Frati minori che hanno la cura pastorale proprio della parrocchia della “chiesa Votiva”, come è chiamata S. Maria Ausiliatrice dai trevigiani.
In cinque parrocchie sono ben quattro le scuole d’infanzia paritarie, con il boom di iscrizioni avute a Dosson, dove in pochi anni si è passati da 3 a 7 sezioni, tanto da richiedere un importante ampliamento. Più tradizionale e radicato il legame dei parrocchiani a Casier, Dosson e S. Antonino, più fluido a Frescada e alla chiesa Votiva. “La nostra parrocchia ha un volto anomalo - sottolinea p. Maurizio - oltre a molti anziani, ci sono i fedeli «di passaggio», da chi si reca all’ospedale, a coloro che fanno visita alla Casa del clero o frequentano la Caritas, a chi cerca i frati per le confessioni, e poi ci sono i molti devoti alla Madonna, legati alla memoria del voto fatto durante la prima guerra mondiale. Un crocevia di tante esperienze e vissuti”. Presenti e vivaci le realtà educative e aggregative giovanili, dagli scout all’Ac, al Noi, all’Anspi della chiesa Votiva, alle tante associazioni e movimenti.
Due i gruppi di immigrati ospitati in strutture gestite dalla Caritas (a Frescada) e dalla cooperativa Servire (a Dosson); nel territorio c’è anche la realtà della caserma Serena, che ospita un numero importante di profughi. “Durante la sagra alcuni sono stati coinvolti - racconta don Adriano -, è stato positivo, come anche le occasioni di formazione che proponiamo, con le testimonianze di questi giovani che raccontano la propria storia”. Anche in questa zona la crisi si è fatta sentire, seppure non in modo evidente. “Sono aumentate le famiglie italiane che chiedono aiuto alla Caritas, e «centri di ascolto» sono anche le nostre canoniche - sottolinea don Fardin -. Un bel servizio è offerto poi dalla San Vincenzo alla chiesa Votiva, e dalla mensa dei frati”.
La preoccupazione, anche di tanti operatori pastorali, è che la parrocchia sia vista come erogatrice di servizi: la scuola d’infanzia, i sacramenti, il tempo libero dei ragazzi, e non come una comunità che trasmette la fede e che sostiene il cammino cristiano delle persone. Ecco che le molte iniziative, nuove o rinnovate, hanno come orizzonte la riscoperta di relazioni autentiche, per vivere una dimensione famigliare anche nella comunità, dove tutti si sentano accolti. E dove la “Chiesa in uscita”, auspicata da Francesco, cammina con le gambe dei tanti operatori pastorali che con entusiasmo si dedicano agli altri, come quelli della Caritas interparrocchiale che non attendono le persone nella propria sede, ma vanno nelle famiglie, casa per casa.

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