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Presentate le schede per la comprensione degli strumenti astronomici del centro Chiavacci a Crespano

Sguardo al cielo per comprendere noi stessi

L’astronomia è materia complessa, si tratta di comprendere l’infinitamente grande partendo da noi, infinitamente piccoli. Ci affascina perché nel cielo è contenuta la verità su di noi e il nostro destino. Don Paolo Chiavacci e il suo Centro di spiritualità e cultura a Crespano del Grappa, nato nel 1967, è un continuo invito a questo balzo verso il cielo, un aiuto alla sua comprensione e a restare in armonia con esso e con l’intero creato. La Terrazza delle stelle, pensata e creata nel Centro dall’astronomo Giuliano Romano, amico di don Paolo, è da sempre meta di visite e di studio da parte di scolaresche e di tanti appassionati. Recentemente è stata completamente restaurata. Nella terrazza si può leggere l’intera storia della strumentazione per la misurazione del tempo e della localizzazione degli astri: si va dalla meridiana egiziana all’armilla di Ipparco, da diversi tipi di meridiane, agli orologi solari, per arrivare all’orologio lunare e al quadrante murale di Tycho Brahe.

L’associazione Amici Incontri con la Natura per la salvaguardia del creato don Paolo Chiavacci ha presentato lo scorso 21 aprile una serie completa di schede per la comprensione di questi strumenti. L’opera, disponibile al Centro, contiene 31 schede con l’accurata spiegazione dei diversi strumenti astronomici esposti, raggruppati in sei gruppi identificati da dei colori. Colore porpora chiaro per i primi strumenti per osservare i corpi celesti, in arancione gli strumenti di osservazione del sole dall’età ellenistica al medioevo, in rosso le meridiane e gli orologi per osservare e definire il mezzogiorno locale, in giallo il notturlabio e un orologio solare per la misurazione delle ore notturne, in blu strumenti per l’osservazione notturna e per determinare la posizione degli astri; concludono i cannocchiali, telescopi e simulatori virtuali in colore viola.

Felice la scelta di accompagnare ogni sezione con una citazione pedagogica di don Paolo e una citazione dell’astronomo Romano. Seguono, poi, informazioni sul nome dello strumento, sulla classificazione storica, ovvero se antico, moderno (a partire da Galileo), oppure contemporaneo, la localizzazione: se si trova sulla terrazza vera e propria, o nella saletta espositiva, nell’aula multifunzionale, nella sala planetario, nella specola o nel parco adiacente (tutti siti considerati parte del complesso denominato “Terrazza delle stelle Giuliano Romano”).

Ogni scheda contiene notizie sull’invenzione, lo scopo per cui è stato realizzato lo strumento, la descrizione delle diverse parti dello strumento, immagini, fotografie e disegni esplicativi. Molto utile il glossario: la spiegazione delle parole presenti nel testo e che potrebbero risultare complesse per i neofiti. Da leggere il contributo di Leo Sartor dal titolo “L’osservazione come base per l’evoluzione del pensiero dell’uomo e della scienza”.

A realizzare l’opera a 40 anni dalla nascita della terrazza, Viviana Vergani e Leo Sartor con la collaborazione scientifica di Ennio Vanzin, che ha ricordato: “La genesi della Terrazza delle Stelle fu un’impresa corale, che vide il coinvolgimento appassionato di diverse figure. I primi strumenti, testimonianza di ingegno pratico e manualità, vennero in gran parte realizzati con la dedizione degli alpini”. A questi molti altri si aggiunsero e in particolare l’opera di Bruno Scavezzon, Aldo Bellunato, don Giovanni Scavezzon, Marilena Fontana fino ad arrivare ai tanti dell’Associazione e del Centro don Chiavacci. Un ringraziamento è arrivato da Francesco Chiavacci Lago, presidente dell’associazione: “A volte non ci si rende conto di quanto lavoro ci sia dietro ai progetti. Ristrutturare e posizionare nel modo corretto una meridiana, e predisporre le schede che spiegano nei minimi dettagli il funzionamento di questi strumenti, richiedono competenza e molto impegno”.

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