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I bimbi delle Collodi premiati al Quirinale da Mattarella
Un progetto per promuovere la pace, l’incontro tra i popoli e il superamento dei pregiudizi attraverso la memoria storica. E’ quello che ha portato gli alunni della 5ª A della scuola primaria Collodi a ricevere, a Roma, dalle mani del presidente della repubblica Sergio Mattarella, il secondo premio per il concorso nazionale “10 febbraio - Un mondo e un passato” che invitava a raccontare “storie dai luoghi d’origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati”.
Non potevano crederci, un paio di settimane fa dalla scuola, quando hanno ricevuto la comunicazione dal Ministero dell’Istruzione. Invece era tutto vero, e in quattro e quattr’otto si è organizzato il viaggio a Roma per l’insegnante, Annalina Cremona, motore del progetto, e per cinque dei diciassette alunni, in rappresentanza della classe. Curiosità: tra i cinque bambini c’era anche una piccola neo cittadina italiana, che ha ricevuto la cittadinanza qualche mese fa.
Così, giovedì 9 febbraio, i piccoli erano a Montecitorio, dove è stato presentato un documentario realizzato per celebrare il ventesimo anno dall’istituzione della Giornata del ricordo (10 febbraio), a memoria delle violenze avvenute dal 1943 al ’46 sul confine orientale, tra Istria e Dalmazia, dove vennero uccise migliaia di persone e dai quali territori ritornarono in Italia circa 300 mila profughi.
Il giorno successivo, invece, al Quirinale, alla presenza del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, i ragazzi sono stati premiati da Mattarella e hanno potuto visitare il palazzo, residenza del presidente della Repubblica.
L’elaborato, dal titolo “Ricordi del passato, ma ancora vivi nel cuore. Una nonna ci racconta”, nasce da un incontro della classe, allora quarta, con Giuseppina Mirabile, esule istriana arrivata a Treviso con la famiglia nel 1946, all’età di 8 anni. Un racconto fatto, dunque con gli occhi di una bambina, e per questo intenso, ma non privo di speranza.
Al progetto, tuttavia, durante quest’anno scolastico, i bimbi hanno aggiunto un lavoro di ricerca storiografica sul contesto, con le mappe geostoriche dell’esodo, con i flussi migratori e le foto richieste al Fast (Foto archivio storico trevigiano).
“I ragazzi hanno maneggiato le fonti dirette, compreso il lavoro dello storico, elaborato le immagini grazie alla nostra nuova aula computer, hanno compiuto un lavoro multidisciplinare, che ha unito alla storia l’informatica, l’italiano e l’educazione civica e questo, credo, sia il motivo per cui il nostro lavoro è stato premiato” ha raccontato Cremona.
“Attraverso le tante attività della nostra scuola - ha proseguito l’insegnante - cerchiamo di far comprendere ai bimbi che sono parte di qualcosa, siamo una scuola che fa dell’interculturalità e dell’integrazione un valore e vogliano che per tutti sia un posto di sicurezza e di pace, i bimbi hanno anche scritto una lettera al Presidente per raccontare la loro scuola, una scuola fortunata, dove ci sono bambini di tutto il mondo che si aiutano a vicenda”.
Vedere con i propri occhi ciò che si legge sui libri, ha chiarito l’insegnante, come per esempio le immagini della Treviso distrutta dai bombardamenti, ha significato molto per i piccoli allievi, che sono rimasti stupiti dalla potenza narrativa delle immagini e dalla violenza e dalla desolazione che porta la guerra. “Proprio per questo è stata importante la testimonianza di «nonna Giuseppina», priva di qualsiasi sfumatura d’odio e anzi, portatrice di speranza, nel racconto di una Treviso in ginocchio dopo i bombardamenti, ma comunque capace di accogliere la famiglia di esuli”.
“Vedendo le immagini di Annalina e dei bambini premiati da Mattarella, mi sono commossa - racconta Giuseppina Mirabile, che oggi ha 86 anni -. Io ho raccontato una storia come fanno i nonni, e loro hanno fatto un bellissimo lavoro. E sono anche felice perché ora mi hanno chiesto di intervenire in altre scuole, dopo che per troppi anni si è taciuto, queste cose non devono andare dimenticate”.
Giuseppina ripercorre lucidamente i momenti della sua infanzia a Fiume, l’irruzione dei nazisti nel suo palazzo per deportare una famiglia ebrea, la fuga di notte dall’Istria dello zio, “con i pantaloni sopra il pigiama, in bicicletta”, minacciato di essere gettato in una foiba, e poi la partenza di tutta la famiglia per raggiungerlo a Treviso, dove aveva trovato ospitalità grazie agli amici di Azione cattolica e al parroco di san Lazzaro, don Giovanni Rossi. Il viaggio in treno fino a Trieste e, poi, il passaggio nel cassone di un camion telonato fino a Treviso, di cui ancora oggi ricorda il frastuono e il freddo.
Giovedì 15 febbraio, il Consiglio comunale di Treviso ha reso omaggio ai bimbi delle Collodi, accompagnati dalle insegnanti e da Giuseppina Mirabile. Orgogliosa e soddisfatta anche la dirigente scolastica, Angela Ferraro.