La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
Verso le regionali. Marco Rizzo
Ha debuttato alle Regionali del Trentino-Alto Adige, il 22 ottobre 2023, raccogliendo 5.455 voti (il 2,26%). Due anni dopo, Democrazia sovrana popolare (Dsp) ci riprova in Veneto e candida a presidente Marco Rizzo, 66 anni, residente a Rovereto, in Trentino. L’esenzione dalla raccolta delle firme l’ha garantita Comuni del Veneto per l’autonomia, componente politica del gruppo Misto, che fa capo a Fabrizio Boron, il quale, peraltro, si candida a Padova con Forza Italia.
Rizzo, questo per lei, sotto il profilo genealogico, è una sorta di ritorno alle origini.
Sì, un mio quadrisavolo, Pietro Rizzo, era calabrese. Dopo il 1860 è venuto su in Veneto, dove ha fatto tre-quattro figli. Poi, si è trasferito a Torino e ha avuto altri tre-quattro figli. Infatti, ho ancora dei parenti in Veneto, ma io sono nato sotto la Mole.
Perché la scelta di scendere in campo in Veneto, contrapponendosi a centrodestra e centrosinistra?
Innanzitutto, noi ci rivolgiamo a quelli che nelle ultime tornate non sono andati a votare, perché sono stanchi di vedere che i politici dicono una cosa e ne fanno un’altra.
Sulla questione dell’autonomia, come vi ponete?
Sull’autonomia c’è un problema di fondo: noi viviamo in un Paese che non ha la sovranità. Cioè, mi spiego con una metafora: se tu devi salire in un appartamento e non hai le chiavi del portone, come fai a entrare nell’appartamento? Quindi noi diciamo: senza sovranità dell’Italia, non ci può essere l’autonomia.
Facciamo un passo indietro. Durante la pandemia, quando guidava il Partito comunista, lei era contrarissimo al green pass, che i lavoratori dovevano esibire per entrare in azienda.
Il Pc si è spaccato sul green pass. E anch’io ero contrarissimo. Così, poi, nel 2022 abbiamo deciso di formare Italia sovrana popolare, che si è, poi, evoluta in Democrazia sovrana popolare. Questo è un progetto nazionale, ma anche internazionale. Io conosco, personalmente, tanti leader europei, a cominciare dal premier slovacco Robert Fico. Ho in rubrica il numero di telefono del leader ungherese Viktor Orban.
E la Sanità?
Mi par di capire che fra un po’ gli utenti, se il Governo continua a spendere soldi in armi, si troveranno un carrarmato davanti in lista d’attesa. Noi, nel programma, abbiamo scritto che la quota di tassazione che va a Roma per le armi dev’essere defalcata e tenuta in Veneto.
Lei è candidato presidente, ma anche candidato consigliere in tutte le circoscrizioni. Se dovesse scattare il quorum, andrà davvero a Palazzo Ferro Fini?
Certo, da Rovereto a Venezia non è nemmeno tantissima strada. Il nostro, comunque, è un progetto nazionale.



