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Terzo mandato: ma la Lega di Salvini lo vuole davvero?

Quando ci si incaponisce su una battaglia ormai persa, rischia di finire in farsa. Ed è quello che sta accadendo per il “tormentone” del terzo mandato, che prosegue da più di un anno, senza risultati concreti. Con ogni probabilità, Luca Zaia non potrà candidarsi per un’ulteriore legislatura (per lui, a dire il vero, sarebbe la quarta) come presidente del Veneto, così come Vincenzo De Luca non potrà candidarsi in Campania, e Michele Emiliano in Puglia.
L’ultimo, estremo tentativo, è quello della Lega, che ha presentato, in settimana, un emendamento in Commissione Affari istituzionali del Senato. Ma l’impressione è che si sia trattato soltanto di un “atto dovuto”, in quello che, in tutta evidenza, è stata l’ultima tappa del “gioco del cerino”. A chi dare la colpa della mancata riforma, che per la verità stava in piedi solo per motivi “personali”, più che di “sistema”?
La Lega lancia il messaggio: “Noi ci abbiamo provato fino all’ultimo, sono gli altri che non vogliono”. Una versione, per la verità, pesantemente messa in dubbio dall’andamento del dibattito delle settimane scorse, quando, effettivamente, la possibilità del terzo mandato si era fatta improvvisamente concreta.
La premier, Giorgia Meloni, attraverso i suoi fedelissimi, aveva, infatti, scelto di “vedere le carte”, manifestando la disponibilità di Fratelli d’Italia, fino ad allora contrari, a discutere della riforma. A mettersi di traverso, ufficialmente, è stata Forza Italia. Ma molti osservatori hanno notato che, al momento decisivo, il segretario della Lega. Matteo Salvini, non si è “speso” così come Zaia avrebbe potuto aspettarsi. Non solo. Il generale Roberto Vannacci, ormai vicesegretario nazionale della Lega, si è espresso contro un cambio “in corsa” delle regole. Così, è svanita anche l’ultima possibilità. A Zaia e ai suoi fedelissimi, rimane l’impressione di essere, alla fine, stati “scaricati” da Salvini, che pensa di imporre come candidato il giovane segretario regionale, Alberto Stefani, a lui molto vicino.
La partita della candidatura, però, nel centrodestra, si giocherà nei prossimi giorni, mentre sembra ormai spianata, nel centrosinistra, superati alcuni “mal di pancia” a Padova, la strada per l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo.