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Viaggio-studio con l’Istituto superiore di scienze religiose
15/05/2025

Dal 22 al 28 aprile, 43 persone hanno partecipato a un pellegrinaggio-studio a Cipro, promosso dall’Istituto superiore di Scienze religiose, con la guida di don Michele Marcato, coadiuvato da Elisabetta Boffo. Il bel tempo, l’ottimo clima di amicizia presto instauratosi fra i pellegrini, la buona guida locale, l’accoglienza, le bellezze naturali e artistiche hanno favorito la scoperta dell’isola, facendo dimenticare le fatiche del viaggio e le code alla frontiera.

Già il secondo giorno con la visita alla città e ai dintorni di Paphos, dove nel 45 d.C. sono sbarcati Paolo e Barnaba, si è avuto un assaggio delle diversità di questa che viene chiamata “terra santa” (il suo vescovo non a caso è il patriarca di Gerusalemme): dalla chiesa anglicana della Panagia Crysopolitana, che custodisce la colonna di una delle tre flagellazioni subite da Paolo, al monastero ortodosso del XII secolo di san Neophytos con le sue icone e gli affreschi bizantini, dal luogo in cui la mitologia fa nascere Venere ai mosaici pavimentali della villa romana di Dioniso. Il giorno successivo tra i monti del Troodos c’è stata un’immersione in una serie di chiese bizantine, coperte di affreschi murali, con scene della vita e immagini di Gesù, ma anche della Madonna, di angeli, specialmente Michele, e di santi, con numerosi richiami ai misteri del cristianesimo. È stata pure un’occasione per cominciare a entrare nella cultura locale dell’isola.

Il 25 aprile tra Limassol, dove è stato possibile celebrare in una chiesa cattolica, Kourion, Choirokoitia e Lefkara si è approfondita la millenaria storia di Cipro, con siti greco-romani, dove quasi certamente Paolo e Barnaba, ma anche Giovanni e Marco, hanno svolto la loro attività evangelizzatrice.

Il quinto giorno è stato dedicato alla capitale Nicosia con le sue bellezze e le sue contraddizioni. Prima di raggiungerla, a Larnaca si è visitata la chiesa dedicata a Lazzaro che, secondo la tradizione ortodossa, dopo la resurrezione fu qui mandato in esilio e vi rimase fino alla morte, dopo essere stato ordinato vescovo. Nella capitale il gruppo si è recato nella cattedrale ortodossa di san Giovanni con affreschi del ‘700, mentre si è potuta vedere solo all’esterno la cattedrale gotica di santa Sofia, ora in restauro per la sua trasformazione in moschea. Passando per il caravanserraglio i turisti sono giunti al ricco museo archeologico.

L’ultimo giorno, prima del ritorno, è stato impegnativo e dedicato soprattutto alla figura di Giuseppe-Barnaba. La prima tappa a Salamina, fondata nel 1180 a.C., oltre ai resti romani ha permesso di entrare nella basilica, ora museo, dedicata a san Barnaba e nella cripta che conserva la sua tomba. In questa città il santo ha vissuto l’ultima parte della sua vita morendo, secondo la tradizione, martire per mano di giudei siriani. Successivamente si è raggiunta Famagosta con le sue possenti mura, dove si trovano tracce dei Veneziani e della regina Cornaro e si può entrare nella splendida cattedrale di s. Nicola, ora moschea. Purtroppo qui si vede dall’esterno il quartiere di Varosia, definito città fantasma: 9 ettari di case abbandonate in seguito alla guerra del 1974 tra greco-ciprioti e turco-ciprioti.

Il pellegrinaggio è stato arricchito dalle proposte di riflessione di don Michele, che potranno prolungarsi nella vita di tutti i giorni, su alcuni brani degli Atti riguardanti le figure e i rapporti tra Giuseppe-Barnaba, Giovanni-Marco e Saulo-Paolo ricavate dagli Atti, ma anche su alcuni brani del Vangelo indicativi per vivere al meglio il discepolato e l’apostolato. Senza enfatizzare i primi anni della Chiesa, quando non sono mancati contrasti, discordie e controversie, anche oggi come allora dobbiamo essere attenti nel discernere seguendo la voce dello Spirito, coltivare la disponibilità a ripartire, nutrire la capacità di creare ponti e relazioni per essere buoni testimoni del messaggio evangelico. (G.P.)

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