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La carica dei mille adolescenti pronti “Affare fatica!”








“Ci sto? Affare fatica!” ha inaugurato lunedì la sua sesta edizione nella Marca con 9 squadre in partenza di giovanissimi attivi già oggi a Treviso, Montebelluna, Villorba, Fonte, San Zenone, Riese Pio X e San Biagio di Callalta. Le sette settimane di durata del progetto vedranno impegnate 92 squadre di 10 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni insieme agli 85 “tutor” tra i 20 e i 30 anni e gli 89 “tuttofare”. I Comuni aderenti quest’anno sono 34 e vedranno i loro giovani cittadini all’opera con attività di pulizia e manutenzione dei beni pubblici, in cambio di un “buono fatica” di 50 euro da utilizzare in una rete di 280 esercizi commerciali della Marca. Il progetto quest’anno durerà 7 settimane e si concluderà venerdì 5 agosto.
Si rinnova con numeri sorprendenti e lusingheri l’edizione 2025 del progetto nazionale nato nel 2016 dalla Cooperativa Adelante di Bassano del Grappa. Ogni settimana e per sette settimane (una in più quest’anno) si attivano squadre sempre nuove di giovanissimi, al lavoro dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, che saranno impegnate al servizio della collettività grazie alla guida dei tutor e dei “tuttofare”. Al termine della settimana di lavoro, ogni partecipante riceverà un “buono fatica” del valore di 50 euro – 100 euro invece per i tutor – da spendere nei 280 esercizi commerciali del proprio territorio comunale che hanno aderito al progetto e riguarda spese alimentari, abbigliamento, libri scolastici, sport e tempo libero. Quest’anno i comuni aderenti nella Marca sono 34 – erano 4 alla prima edizione del 2020 – con ben 9 “new entry”: Altivole, Casier, Caerano di San Marco, Maser, Mogliano Veneto, Nervesa della Battaglia, Ormelle, Ponte di Piave e San Biagio di Callalta. In questi territori saranno attive ben 92 squadre di 10 giovani, guidate da 85 tutor e 89 “tuttofare”: un risultato ottenuto grazie all’interessamento sincero di tante amministrazioni comunali che credono nel progetto e si sono attivate, insieme alla guida di Kirikù, per offrire ai propri giovani questa occasione di cittadinanza attiva estiva.
Da anni il progetto mira alla sensibilizzazione dei giovani alla cura dei luoghi pubblici, e infatti tante e diverse sono le attività di manutenzione proposte ai ragazzi dai vari comuni: sistemazione giostrine, panchine e tavole in legno, staccionate, pulizia del verde, piantumazione di fiori e piante nei parchi e giardini pubblici; ridipintura ringhiere, murales, ritinteggiatura muri, sistemazione lavagne nelle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie; pulizia locali interni, ritinteggiatura, riverniciatura balconi in sedi di associazioni e centri culturali; pulizia locali interni, ritinteggiatura scaffalature, sistemazione libri e materiale nelle biblioteche comunali; riverniciatura portabici; pulizia interna mezzi comunali o di associazioni per il trasporto di persone disabili; pulizia scalinate e sedute, ritinteggiatura scalinate, ridipintura porte da calcio o canestri basket, murales in stadi comunali, palestre o impianti sportivi; sistemazione aree verdi nelle case di riposo; pulizia interna dei locali di musei comunali. Alcune attività mettono in gioco i ragazzi e le ragazze con la loro creatività, proponendo la realizzazione di aree e casette in legno per il Book Sharing, di segnaletica per sentieri ciclopedonali, di sistemazione degli orti comunali o scolastici. Infine è previsto anche, in alcuni casi, il supporto alle associazioni locali nell’allestimento di aree per la sagra (se ci sono nel periodo interessato dal progetto) con sistemazione di tavoli e panche, ma anche la partecipazione a giornate ecologiche con le associazioni del territorio.
“Intergenerazionalità, educazione alla cura, impegno e senso civico sono alcune delle parole chiave di questo progetto, che ormai da anni raccoglie ampio consenso da parte della cittadinanza della Marca, ma non solo” dichiara il presidente della Cooperativa Kirikù, Mauro Gazzola. “Come cooperativa facciamo il possibile per dare ai ragazzi e alle ragazze occasioni per mettersi alla prova e per dimostrare capacità e buona volontà, a dispetto della narrazione in negativo che troppo spesso li vede coinvolti. Gli adulti del progetto, tutor e tuttofare, insegnano loro come prendersi cura, in senso molto pratico, degli spazi e degli ambienti della collettività ma i ragazzi, al contempo, insegnano a noi come collaborare e costruire un progetto che sappia coinvolgere tutti”.