Sentiamo anche il dovere di segnalare la difficile e a volte critica situazione in cui versa oggi nel...
La solitudine degli infermieri

La scossa tellurica è stata avvertita per prima dai sindacati degli infermieri. Quest’anno i test per entrare nelle facoltà di Scienze infermieristiche in Veneto non erano affollati; i posti messi a concorso superavano il numero di candidati. Il sindacato Nursing up parla del 40 per cento in meno. A Treviso, a fronte di 200 posti disponibili, si sono presentati in 150. L’Università di Verona ha quasi la metà dei candidati rispetto ai posti. Si attendono i ripescaggi e il semestre filtro di Medicina (un’ulteriore criticità derivata dall’accesso libero a Medicina).
Intanto, c’è carenza di infermieri. Le Ulss fanno i salti mortali per non assumere. Il prossimo concorso dell’Azienda Zero del Veneto mette a disposizione 18 posti: se l’Ulss Serenissima di Venezia ha 11 posti disponibili, Ulss 2, Marca Trevigiana, nessuno, 2 posti a Padova. “I 700 mila euro stanziati per i Dep (differenziali economici di professionalità) sono una miseria per l’Ulss di Treviso che conta 8 mila dipendenti”, denuncia Nursing up.
Cosa fare per attrarre i giovani? “Abbiamo colloquiato con la Regione per attivare alcune strategie per agevolare gli studenti, ad esempio quella di un contributo economico agli studenti per ogni anno accademico superato - dichiara Sara Presutto, di Nursind, infermiera di area critica dell’ospedale dell’Angelo di Mestre”.
“Oggi, dopo anni di tagli, carichi di lavoro crescenti e una pandemia, che ci ha visti per un fugace momento chiamare eroi, siamo pieni di criticità: la limitata retribuzione; l’invecchiamento della popolazione, con conseguente aumento della domanda di assistenza; l’insufficienza dei servizi sanitari territoriali; la centralizzazione del lavoro in strutture hub per carenza di personale; il sovraffollamento dei Pronto soccorso; la fuga verso la libera professione o l’estero; l’assenza di politiche di welfare aziendale; la scarsa sicurezza sul lavoro”.
A tutto questo si aggiunge il peso dello stress. “Vi assicuro che dover scegliere in urgenza, come è accaduto durante il Covid, davanti a un sovraffollamento delle aree critiche, a chi dare un posto letto, un ventilatore o una possibilità di vita, segna profondamente la propria coscienza”.
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