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Bullismo e cyberbullismo, a scuola manca il rispetto

Report del Ministero dell’Istruzione: il 15% dei ragazzi che ha partecipato al monitoraggio dichiara di assistere in maniera sistematica a discorsi d’odio online

Quasi un terzo degli studenti degli istituti superiori del Veneto ha dichiarato di essere stato almeno una volta vittima di bullismo. E’ il dato più eclatante che emerge dal monitoraggio del ministero dell’Istruzione sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo nella scuola, nell’anno scolastico 2022-2023. Se a livello regionale chi ha dichiarato di aver subito una sorta di violenza da parte dei coetanei è il 29% del campione, la percentuale a livello nazionale scende (27%), ma rimane alta.

Per rimanere ai dati del Veneto, il 23% dei ragazzi ha subito episodi occasionali di bullismo, mentre il 6% lo subisce in maniera sistematica.

La ricerca è stata condotta dall’Università degli studi di Firenze sui dati inseriti nella piattaforma Elisa (E-learning degli insegnanti e strategie antibullismo) volontariamente da studenti e docenti.

Il campione comprende, dunque, studenti delle scuole superiori: in Veneto hanno risposto in 18.529 (52% frequentanti i licei, 35% gli istituti tecnici e 13% gli istituti professionali), e insegnanti. 3.033 docenti dalla primaria alla secondaria di secondo grado.

Tra gli studenti, inoltre, il 18% ha riconosciuto di aver compiuto prepotenze contro i coetanei (15% in modo occasionale e 3% in modo sistematico). Il 7 % dei ragazzi ha subito violenza tramite Internet (cyberbullismo), l’1% in maniera sistematica, mentre il 7% dichiara di aver preso parte attivamente a episodi di cyberbullismo (1% in maniera sistematica).

D’altronde i cattivi esempi non mancano e, infatti, il 15% per cento dei ragazzi afferma di assistere almeno una volta a settimana, in maniera sistematica a discorsi d’odio online, mentre un altro 31% è esposto a questi discorsi almeno una volta al mese. Questo dato dovrebbe portare alla riflessione da parte di tutti sull’esempio che gli adulti danno nelle loro interazione sul web, soprattutto sui social network e inoltre sulla necessità di guidare e monitorare i ragazzi nella loro presenza online.

Fra i comportamenti più comuni sia causati (35%) sia subiti (41%) c’è la presa in giro e, poi, a seguire in ordine dal più al meno frequente, l’insulto, lo spargere voci, l’esclusione dal gruppo, il furto o danneggiamento di oggetti, spinte e strattoni e, infine, gli episodi di violenza fisica (che costituiscono l’8% di tutti gli atti di bullismo subiti e l’11% di quelli che i ragazzi hanno dichiarato di compiere).

Anche sul web il cyberbullismo può escludere un ragazzo dal gruppo (22% dei casi). Nel 13 per cento degli episodi di cyberbullismo i giovani hanno ricevuto minacce e insulti, nel 9% dei casi hanno subito l’appropriazione da parte di altri di informazioni e materiale personale che poi viene riutilizzato e nell’8% hanno ricevuto foto o video imbarazzanti o intimi.

Ancora oggi, il 12% dei casi di vittimizzazione e bullismo sono basati sul pregiudizio, per il proprio background etnico, per il proprio orientamento sessuale, per la presenza di una disabilità.

Oltre alle risposte degli studenti delle superiori, c’erano anche quelle dei docenti, dalla primaria in poi. Il dato più evidente in questo caso, emerge attraverso il confronto con le risposte dei ragazzi: gli insegnanti della scuola superiore sottostimano ciò che avviene tra i loro studenti. “Sembra - chiarisce il report - che una parte dei fenomeni, probabilmente quella più occasionale, ma non per questo priva di conseguenze, rimanga sommersa, non arrivando all’attenzione dei docenti”.

Un’altra cosa che colpisce è la difficoltà nel comunicare i progetti e l’assenza di strumenti utili a contrastare il bullismo. Solo il 20% dei ragazzi dichiara che nella propria scuola esiste un metodo di segnalazione anonimo degli episodi di violenza, tuttavia il 76% di loro lo troverebbe uno strumento utile. Nell’81% delle scuole superiori esiste un docente referente per bullismo e cyberbullismo, ma solo il 20% dei ragazzi saprebbe a chi rivolgersi in caso di bisogno.

Sembra, tuttavia, che alla scuola primaria e secondaria di primo grado ci sia una maggiore attenzione al fenomeno, sicuramente anche per le età delicate degli alunni: l’89 % delle primarie rappresentate ha un referente contro il bullismo e nel 62% dei casi esiste un protocollo ben definito per trattare eventuali episodi. Alla secondaria di primo grado la presenza di referenti si attesta addirittura al 96% e il 67% delle scuole che hanno partecipato al monitoraggio possiede un protocollo per la presa in carico e la gestione dei casi. Questo protocollo è presente solo nel 51% delle scuole superiori.

Nell’anno scolastico 2022-23, infine, il 41% dei ragazzi ha dichiarato di non aver partecipato a nessun incontro di sensibilizzazione sui temi in oggetto e addirittura il 75% esclude che ci siano stati incontri formativi per i genitori.

Nel complesso, a livello nazionale, la ricerca mette in luce chiare difficoltà degli studenti ad accettare la diversità e ad assumere comportamenti di rispetto e legalità nei confronti dei compagni.

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