Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Priorità alla casa

Fame di case in tutta Europa, di case popolari, versatili e a costi accessibili per studenti e giovani famiglie. Il tema scuote Parigi, così come Venezia, Barcellona, Atene, Budapest: crea tensioni sociali, impedisce lo sviluppo del Green deal (il patto europeo “verde”).
La proposta di 15 sindaci di grandi città europee getta un sasso nell’acqua stagnante delle politiche operative: “Consideriamo fuori dal patto di stabilità i finanziamenti per le case popolari”.
Fuori bilancio, in che senso? Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a nome delle quindici città, ha spiegato: “La stessa clausola che sedici Paesi hanno attivato per le spese della difesa dovrebbe essere resa possibile anche per i progetti abitativi”.
Insomma, le spese per la casa dovrebbero essere trattate come quelle militari. In sostanza, al Rearm Europe (Riarmare l’Europa) si dovrebbe affiancare un Riabitare l’Europa.
Un piano europeo
La crisi abitativa, intrecciata con quella climatica, richiede un approccio condiviso e su scala continentale. Le quindici metropoli coinvolte - tra cui Roma, Barcellona, Milano, Parigi, Atene e Budapest - propongono l’European housing action plan (Piano d’azione europeo per l’abitazione), con uno stanziamento annuo di 300 miliardi di euro.
In dieci anni, nelle città europee i prezzi delle abitazioni sono cresciuti in media del 78 per cento, a fronte di stipendi aumentati del 60 per cento.
Prezzi alle stelle anche in Veneto
In Veneto, i numeri confermano la criticità: affittare un appartamento di 80 metri quadri costa oltre 900 euro al mese, mentre l’acquisto oscilla tra i 2.000 euro al metro quadro di Venezia e i 1.500 a Vicenza. Una spesa, ormai, fuori portata per le fasce medio-basse, che sono costrette a destinare oltre il 40 per cento del loro reddito all’abitazione.
Nel frattempo, 46 milioni di europei vivono in condizioni di povertà energetica, prigionieri di edifici inefficienti che alimentano le emissioni di gas serra. A Roma, secondo Gualtieri, il 53 per cento delle emissioni deriva proprio dalle abitazioni, e il Veneto non fa eccezione, con un vasto patrimonio immobiliare obsoleto e scarsamente isolato.
Via i vincoli del patto di stabilità
Per questo, il Piano d’azione europeo per l’abitazione punta a escludere le spese per l’edilizia sociale dai vincoli del patto di stabilità, come già avviene per la difesa. Il piano prevede una combinazione di sovvenzioni, prestiti e fondi pubblici e privati, oltre a una maggiore flessibilità nelle regole sugli aiuti di Stato, per favorire la costruzione e la riqualificazione di alloggi accessibili ed energeticamente efficienti.
Vera emergenza sociale
Nel Veneto, l’emergenza abitativa si manifesta pesantemente. Nel 2024, i canoni di affitto sono saliti dell’11,2 per cento, superando la media nazionale del 10,6. Solo Treviso si ferma al 10,7, mentre Belluno, Venezia, Padova e Verona registrano incrementi superiori. A febbraio 2025, il prezzo medio regionale ha raggiunto i 12,5 euro al metro quadro, con un aumento annuo del 5,1 per cento. In questo scenario, giovani e famiglie fanno sempre più fatica a trovare un’abitazione dignitosa, con un impatto diretto sulla coesione sociale e sulla capacità del territorio di attrarre risorse umane qualificate.
In conclusione, per i sindaci delle grandi città europee, la casa deve diventare una priorità strategica, sostenuta da un piano coordinato che superi i vincoli finanziari, promuova l’inclusione e abbracci la sostenibilità ambientale. Solo così, si potrà affrontare davvero la crisi abitativa, garantendo il diritto all’abitare e contribuendo alla realizzazione del Green deal europeo.