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BUONGIORNO DI SPERANZA. Il "segreto" di Pollyanna

“Il gioco di essere contenti... senti, te lo spiego. Consiste nel riuscire a trovare a trovare qualcosa di cui essere contenti”. Il segreto di Pollyanna incuriosisce e affascina ancor oggi chi legge l'omonimo romanzo uscito nel 1912 e che colpì profondamente la sensibilità degli americani. La gradevole trasposizione cinematografica l'ha reso ancor più famoso. Scrive San Paolo: "Rallegratevi sempre".

“Il gioco di essere contenti... senti, te lo spiego. Consiste nel riuscire a trovare a trovare qualcosa di cui essere contenti”. Il segreto di Pollyanna incuriosisce e affascina ancor oggi chi legge l'omonimo romanzo uscito nel 1912 e che colpì profondamente la sensibilità degli americani. La gradevole trasposizione cinematografica l'ha reso ancor più famoso. Ma come nacque il gioco ? Tutto iniziò quando un comitato di beneficenza fece recapitare alla piccola Pollyanna, orfana di mamma, un pacco regalo con dentro... un paio di stampelle, dal momento che non avevano più nessuna bambola da mandare. Di fronte allo sconcerto della bambina il papà le spiegò che doveva essere contenta, perché lei di fatto non ne aveva bisogno, in quanto stava bene. Così iniziò il gioco: qualunque cosa accade, cogliere sempre il lato positivo. “Solo che qualche volta è troppo difficile – confessa però Polyanna -, per esempio quando il papà è andato in cielo e si rimane sole con le signore del comitato di beneficenza !”. L'autrice di un romanzo così spumeggiante di ottimismo era una donna non più giovane e fisicamente fragile, Eleanor H. Porter. Lei stessa, colpita dal successo della sua opera e temendo d'essere fraintesa, precisò: “Non ho mai ritenuto che si debba condannare lo sconforto e la sofferenza: ho soltanto pensato che è immensamente meglio avvicinarsi agli sconosciuti con la simpatia e il sorriso”. Ma il gioco di Pollyanna nasconde un ben più grande segreto: “ i versetti della gioia”, come Pollyanna stessa spiega ad un prete sempre scontento. “Sono tutti i versetti che nella Bibbia iniziano con “Gioisci nel Signore...” “Rallegrati”, o “Cantate canti di gioia”...Un giorno papà era tanto triste e si mise a contarli. Sono ottocento ! Se Dio si è dato la pena di esortare ottocento volte ad essere contenti, è importante per Lui che cerchiamo di esserlo almeno un po'...”. Ma come continuare il “gioco” quando la vita è segnata dal dolore? Ce lo ricorda san Paolo, dalla prigione: “Rallegratevi sempre, il Signore è vicino a voi” (Filippesi, 4,4-7). La gioia è frutto di una Presenza d'amore.

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