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Celebrato il Giubileo diocesano dei catechisti con il mandato del Vescovo

In 500 hanno gremito la cattedrale, giovani ed esperti, uomini e donne. Questo ministero, ha ricordato il vescovo “è servizio, la vita cristiana è servizio. La Chiesa di Treviso vi ringrazia con questa celebrazione eucaristica”

Sabato 4 ottobre, ore 14.30: le porte si aprono e una lunga fila di catechisti entra in Cattedrale.

Il percorso giubilare. Sono arrivati da tutta la Diocesi, un’ora prima dell’inizio della celebrazione del mandato, per seguire il percorso giubilare allestito all’interno della chiesa. Attendono uno a uno la consegna del libretto predisposto dall’Ufficio liturgico, poi ciascuno si avvia per vivere un momento personale di incontro con il Signore. La fila di chi arriva sembra interminabile, intanto in pochi minuti le tappe del percorso si affollano di catechisti silenziosi, si spostano dal portale, soglia di ingresso alla vita di fede, alla pala dei santi della carità della Chiesa trevigiana, sostano di fronte alle scarpe di Maria Bertilla Boscardin, alla chiave della dispensa di suor Bakhita, salgono i gradini che portano al presbiterio e lì, di fronte al crocifisso, pregano e meditano sul dono di Gesù nella loro vita e sulla speranza che non delude. Per chi lo desidera c’è anche la possibilità di vivere un gesto di carità, contribuendo alla raccolta di fondi per Gaza.

La celebrazione eucaristica. Mancano pochi minuti all’inizio della celebrazione eucaristica con il Vescovo; il suono del corno richiama l’attenzione dei 500 catechisti che hanno preso posto in una cattedrale gremita di giovani e meno giovani, volti più o meno noti nel mondo della catechesi. Si alzano le note dell’Inno del Giubileo: si percepisce da subito la bellezza di una messa partecipata da tutti, il canto, la preghiera, perfino i silenzi previsti dalla liturgia scaldano il cuore. È la prima volta dopo anni che i catechisti ricevono il mandato durante la celebrazione dell’Eucaristia, un’occasione per ringraziare il Signore del servizio a loro affidato nella maniera più propria per un cristiano, riuniti intorno all’altare insieme al Vescovo.

“Il ministero - ricorda mons. Tomasi nell’omelia - è servizio, la vita cristiana è servizio, la vita umana per essere veramente umana è servizio, «a lode e gloria». Le nostre chiese parrocchiali, la nostra Chiesa universale diventano una grande liturgia, diventano un inno di lode al Signore, diventano un canto bello grazie anche al vostro generoso servizio. Di questo la Chiesa di Treviso vi ringrazia, adesso, con questa celebrazione eucaristica; è un grazie che portiamo insieme sull’altare, con il pane e il vino, perché diventi corpo di Cristo nell’Eucaristia e nella vita, perché insieme possiamo vivere dell’amore sovrabbondante di Dio e possiamo dire a tutti con la nostra vita, con le nostre parole: sì, è vero, la speranza non delude”.

I nuovi catechisti. Al termine della messa il rito del mandato; si dirigono verso il presbiterio i nuovi catechisti, segno di vitalità della nostra Chiesa che, generando alla fede, si rigenera. Ricevono il mandato dal Vescovo che chiede al Padre di confermarli nel proposito di offrire il loro servizio alla catechesi, “perché nell’ascolto assiduo della tua Parola, docili all’insegnamento della Chiesa, s’impegnino a istruire i fratelli e, tutti insieme, ti servano con generosa dedizione, a gloria del tuo nome”.

Sono numerosi, donne e uomini, alcuni giovanissimi, molti mamme e papà di bambini che iniziano il loro percorso di iniziazione cristiana nella parrocchia. Sono arrivati qui portati da storie e incontri differenti. Tra loro Anna, 20 anni: “Ho iniziato a fare la catechista a 16 anni, aiutando mia mamma. Prendevo il mio servizio con la leggerezza tipica di un’adolescente Poi, però, col tempo, ho scoperto una cosa semplice ma profondissima: fare la catechista ed essere catechista sono due cose molto diverse. Una frase che mi ha particolarmente colpito e che ha segnato una svolta nel mio cammino è stata: «Non fare le cose per dovere, ma falle per amore di Dio». E da lì è cambiato tutto. Da quel momento ho iniziato a vivere il catechismo per amore”.

C’è poi un folto gruppo di giovani mamme sorridenti (nella foto in alto a destra, ndr), provengono dalla parrocchia di Piombino Dese, giungono dopo un percorso formativo vissuto in comunità. “Queste - racconta Daniela, coordinatrice e catechista con una lunga storia alle spalle - sono le mamme venute a Treviso per ricevere per la prima volta il mandato. Ho ceduto loro il testimone e auguro loro di poter ricevere ciò che ho ricevuto io in tutti questi anni”.

Il congedo. Prima di uscire, il Vescovo invita i catechisti a guardarsi intorno, a gioire della folla presente in Cattedrale, a trovare conforto e sostegno dai fratelli e sorelle che condividono questo fecondo servizio nella Chiesa diocesana. I catechisti si avviano verso l’uscita, ricevono l’atteso bustone con il materiale informativo dell’ufficio, sulla bocca di molti parole spontanee di ringraziamento per la celebrazione vissuta insieme. Vicino alla porta incontro Annachiara, quarta elementare; è venuta a messa anche lei, insieme alla mamma e al papà, entrambi catechisti. È sorridente, non sembra provata dal tempo un po’ prolungato passato in chiesa: “Non vedo l’ora di assaggiare Gesù”, dice stringendosi alla mamma. Un augurio bello per tutti noi catechisti all’inizio di un nuovo anno, per continuare a celebrare nelle nostre comunità con la stessa passione che abbiamo assaporato in cattedrale, per annunciare il Vangelo con freschezza, per saper incrociare ogni settimana lo sguardo di bambini e ragazzi che “non vedono l’ora” di incontrare Gesù.

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