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Diocesi in festa per l’ordinazione di don Mattia Gardin

“Guarda sempre la bellezza della chiamata” l’invito del Vescovo, che ha augurato a don Mattia di essere uomo del Vangelo, della pace, della Chiesa, dei poveri
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“Mattia, oggi sarai ordinato sacerdote. Oggi verrai accolto nel presbiterio della Chiesa di Treviso, la comunità di coloro che si donano pienamente a Dio, nella sequela radicale di Gesù Cristo Signore, a servizio indiviso del popolo di Dio che vive in questo territorio. Gioisci di questo dono!”: così il vescovo, mons. Michele Tomasi, si è rivolto, sabato pomeriggio, 24 maggio, nell’omelia, a don Mattia Gardin, che durante la celebrazione in cattedrale, è stato ordinato sacerdote. Molti i sacerdoti concelebranti, tra i quali il parroco di Liedolo. Moltissimi anche i parrocchiani, in particolare di Liedolo, San Zenone degli Ezzelini, Ca’ Rainati e Salzano, gli amici e i famigliari di don Mattia che hanno riempito la cattedrale.

“«Se uno mi ama osserverà la mia Parola», dice Gesù. Ascolto, conoscenza della Parola di Gesù e amore per il suo Vangelo sono elementi fondamentali della vita di un discepolo di Cristo - ha detto il Vescovo, rivolgendosi a don Mattia -. Gesù ci promette che nell’amore per la sua Parola risiede anche la certezza dell’amore del Padre, e che in esso il nostro legame con il Padre e con il Figlio diventa personale, intimo, stabile: «Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». In questo amore diventiamo dimora di Dio, non saremo mai soli”.

Ricordando al giovane che la prima fedeltà che gli viene donata e richiesta è quella di conoscere Gesù per amarlo sempre di più, il Vescovo ha messo in luce che “anche il dono della pace, centro del brano evangelico che abbiamo appena ascoltato, va cercato e trovato assieme a Gesù. La pace che dona Gesù non è la tregua imposta dal più forte, frutto della violenza che detta le sue leggi e che continua a mietere vittime. È, invece, la pace che ha permesso a Gesù di fare la volontà del Padre e di donare la vita per i suoi amici”. E, poi, l’invito a vedere splendere la bellezza della nostra Chiesa, che “talvolta non riusciamo ad amare appieno per il suo valore”.

Invitando don Mattia a gioire per il dono del presbiterato, il Vescovo lo ha incoraggiato a “non temere se vedi difficoltà sul tuo cammino, guarda sempre la bellezza della chiamata, la dignità infinita del servizio che assumi, la forza che proviene dallo Spirito consolatore, protettore, intercessore. Noi preghiamo affinché tu possa trovare gioia piena nel tuo essere prete”. Di qui l’invito a essere, come prete, uomo del Vangelo, uomo della pace e uomo della Chiesa. “Desideroso e capace di continuare a scrutare il volto di Gesù vero uomo, in cui imparerai a vedere il volto del vero Dio. Saprai cogliere che è divino il modo di amare di Gesù, il modo delle sue relazioni, il suo sguardo sul mondo, il suo dono pieno a Dio, il Pane spezzato e il Vino versato (vero Corpo, vero Sangue) di cui sarai ministro, la sua Croce, con la quale porterai in letizia la tua, la sua Risurrezione che annuncerai da risorto con Lui. Uomo della pace, ma quella che ci dona Cristo, non quella del mondo, pace di perdono e di verità, di riconciliazione e di annuncio del bene: sarai pronto a subire, piuttosto che a praticare violenza, uomo della pace perché uomo di Dio e di preghiera, libero nelle relazioni, servitore di tutti. Con l’apostolo Paolo ti auguro: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene». Infine, uomo della Chiesa, radicato nella fede, nel suo splendore futuro che è solamente dono di Cristo, capace di testimoniare le tracce vive di splendore che saprai scoprire. Testimone della bellezza dell’amore fraterno, del vivere insieme, dello spendersi insieme per servire il corpo di Cristo, soprattutto nelle sue membra più fragili e deboli, più bisognose di misericordia, attenzione, cura. Uomo della Chiesa e uomo dei poveri”. La festa è proseguita nel chiostro del Seminario.

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