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Veglia dei giovani: la forza di lasciarsi spezzare per amore

La Veglia dei giovani, vissuta, lo scorso sabato 23 marzo, è stata un bellissimo “aperitivo” di Settimana Santa. Molti giovani sono convenuti al tempio di S. Nicolò, dopo cena, per vivere questo appuntamento assieme al vescovo Michele. La serata ha proposto un itinerario che ha percorso i tratti salienti del triduo pasquale
27/03/2024

La Veglia dei giovani, vissuta, lo scorso sabato 23 marzo, è stata un bellissimo “aperitivo” di Settimana Santa. Molti giovani sono convenuti al tempio di S. Nicolò, dopo cena, per vivere questo appuntamento assieme al vescovo Michele. La serata ha proposto un itinerario che ha percorso i tratti salienti del triduo pasquale. Il giovedì santo, giorno di comunione e di dono, in cui il vescovo Michele ha spezzato una grande pagnotta affinché tutti i giovani potessero mangiarne un pezzo. Sono state riprese anche le parole di Papa Francesco dalla sua omelia del Corpus Domini del 2021: “Nell’Eucaristia Gesù è la forza dell’amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita; forza dell’amore che si frammenta per riunirci in unità”. Il venerdì santo si è aperto con una rappresentazione teatrale che ha messo in scena il cammino di Gesù verso il Golgota, accompagnato da un sottofondo musicale dove riecheggiavano i suoni dei colpi del martello sui chiodi, il canto del gallo del tradimento di Pietro e il rumore dei trenta denari dati a Giuda, perché consegnasse Gesù ai capi del popolo. Il sabato santo ha visto il tempio di S. Nicolò coprirsi di oscurità, nessuna luce era accesa, “si fece buio su tutta la terra” (Mc 15,33). E proprio al buio, illuminato da alcune fiaccole sostenute da due giovani, il Vescovo ha donato a tutti i giovani la sua parola. Ci ha parlato di un Gesù “forte”, ma non di quella forza che possiamo intendere oggigiorno fatta di prestazione ed efficientismo. Si tratta di una forza che è disposta a essere vulnerabile, a farsi fragile, feribile per la salvezza di tutti. Il suo dono immenso è stato consapevole, non si è trattato di una semplice sequela cui nostro Signore è andato inesorabilmente incontro. E’ stata una scelta, quella di consegnare la sua vita affinché dal suo costato scaturisse la salvezza per ognuno di noi. Sempre papa Francesco dice: “Gesù si fa fragile come il pane che si spezza e si sbriciola. Ma proprio lì sta la sua forza. Nell’Eucaristia la fragilità è forza: forza dell’amore che si fa piccolo per poter essere accolto e non temuto”. La domenica di Pasqua ha poi squarciato le fitte tenebre attraverso un gioco di luci che ha illuminato le colonne e l’altare: attraverso la tecnica delle ombre cinesi è stato commentato il brano evangelico di Giovanni che narrava della Maddalena che, andando al sepolcro non aveva trovato il “suo Signore e non sapeva dove l’avessero posto”. E, mentre piangeva, proprio Gesù le si fa vicino dicendole con tanta tenerezza e delicatezza: “Donna perché piangi? Chi cerchi?” (Gv 20,15). E’ seguita poi l’adorazione eucaristica: aiutati da una guida, abbiamo sostato innanzi alla presenza reale di Gesù risorto. Abbiamo potuto esprimere davanti a lui i nostri timori, le nostre speranze, le nostre preoccupazioni e i nostri sogni di resurrezione. Il coro giovani ha accompagnato tutti questi momenti con la musica e il canto, rendendo ancora più speciale questo appuntamento di preghiera e di condivisione, preparazione alla Grande Settimana, per tutti i giovani il segno di un Dio che sa amare “fino alla fine”. (l’équipe Veglie dei giovani)

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