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Catechesi: un rinnovato impegno dal convegno di Aqulieia

Occasione per celebrare la “sorgente battesimale e pasquale” della fede e dare compimento, al cammino del Convegno regionale dei catechisti, il cui focus era il legame tra annuncio del kerigma pasquale e vita

La Chiesa è un popolo di re, profeti e sacerdoti, convocato dal Signore a condividere la vita trinitaria e la vita pasquale di Cristo e a essere, nel mondo e per il mondo, strumento dell’amore di Dio per l’umanità.

Questa identità peculiare è donata a ciascuno dal giorno del Battesimo, il quale è esperienza di immersione nella vita stessa di Dio. Da quel giorno, a ogni battezzato è proposta una prospettiva di vita che continuamente chiede di essere alimentata, sostenuta, trasformata.

La catechesi, nella Chiesa, può essere considerata come il servizio reso alla crescita della vita battesimale che altro non è che la vita cristiana, la vita che sgorga dalla Pasqua di Cristo. Tenere vivo l’annuncio del kerigma pasquale e lavorare per la sua accoglienza nella vita è infatti l’impegno a tenere viva la prospettiva battesimale dell’esistenza. Qui si gioca la missione della catechesi nella Chiesa.

Lo scorso 28 settembre, ad Aquileia, una porzione del popolo di Dio si è radunata per celebrare la “sorgente battesimale e pasquale” della fede e dare compimento, così, al cammino del Convegno regionale dei catechisti iniziato nel gennaio scorso, il cui focus era precisamente il legame tra annuncio del kerigma pasquale e vita.

A volte, riscoprire il battesimo è interpretato “semplicemente” come un fare memoria del giorno della celebrazione del sacramento che ci ha inseriti in Cristo. Ora, se questa memoria è doverosa e necessaria per la fede cristiana, occorre però non limitarsi a una semplice “operazione nostalgica”.

Riscoprire e far memoria del Battesimo è molto più che celebrare un anniversario. Più in profondità è un’operazione di rilettura sapienziale di tutta la propria vita, personale ed ecclesiale, nella prospettiva della regalità, della scerdotalità e della profezia. E’ continuo ancoraggio alla Pasqua di Gesù per vivere di essa, trasformando la vita personale e comunitaria nella prospettiva dell’amore che dà vita, dentro e oltre la morte.

Nel corso dei mesi nei quali si è sviluppato il Convegno, i catechisti della regione ecclesiastica Triveneta hanno lavorato per discernere cosa significhi, oggi, nel nostro tempo, far risuonare il Kerigma pasquale e intuire quei passi di novità necessari per qualificare in maniera adatta al nostro contesto culturale, l’annuncio pasquale e battesimale della fede.

I cinque tavoli di lavoro hanno provato a declinare il servizio catechistico dentro ambiti specifici: la pastorale battesimale, la catechesi con le persone disabili, la catechesi nei percorsi di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, la catechesi con gli adulti e la catechesi negli itinerari catecumenali degli adulti.

Dai tavoli di lavoro sono emersi alcuni ambiti maggiori, alcune prospettive fondamentali sulle quali sembra opportuno rimanere nel prossimo tempo, anche in Diocesi di Treviso.

In primo luogo, risulta indispensabile che ogni catechista e ogni comunità continui a coltivare la prospettiva spirituale della vita, alimentando il dono della fede pasquale a livello personale e comunitario. Nella misura in cui questa relazione fondativa sarà alimentata anche la catechesi troverà un impulso missionario sempre nuovo, capace di rinnovare la stessa comunità cristiana. In secondo luogo, è emersa la necessità di curare e adattare i linguaggi dell’annuncio, affinché il kerigma pasquale sia comprensibile dentro le categorie culturali del nostro tempo. In terzo luogo, si è convenuti sulla necessità di alleggerire tempi e modi dell’annuncio, valorizzando la gratuità della proposta catechistica e della proposta della fede cristiana (condizione necessaria per attivare una libera risposta delle persone al Vangelo di Cristo). In quarto luogo, è stata sottolineata l’importanza della formazione dei catechisti, per offrire loro strumenti utili all’annuncio e all’accompagnamento delle situazioni di vita, con un’attenzione specifica alle famiglie. Infine, è stata condivisa l’importanza di non temere di offrire occasioni di annuncio esplicito del Vangelo e di caratterizzare in maniera evangelica le relazioni tra le persone.

Aquileia 2024 ha permesso di celebrare ecclesialmente la vita battesimale. Le diocesi della regione ecclesiastica erano tutte presenti e i pastori diocesani, i vescovi, hanno espresso tramite la loro presenza la comunione che si crea attorno al dono battesimale della fede.

Questa dimensione ecclesiale della catechesi si presenta come un ulteriore ambito di “lavoro”. La catechesi non è “roba per catechisti”, nel senso di impegno riservato a loro o delegato a loro. La catechesi è missione ecclesiale, missione della comunità tutta, dentro la quale, alcuni, assumono con dedizione e impegno qualificato il servizio di annunciare il kerigma e di facilitarne l’accoglienza nella vita, affinché essa sia trasformata in chiave pasquale. Ma la catechesi è missione di tutta la Chiesa, di tutta la comunità. Aquileia lo ha manifestato. Teniamo viva questa preziosa dimensione missionaria.

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