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Quaresima: papa Francesco invita a uscire dal deserto e a ritrovare la speranza

Nel suo Messaggio ricorda la conversione personale, sempre nell’orizzonte della fraternità, e chiede a ogni comunità cristiana di “ripensare gli stili di vita, verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore”

“Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi, ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo”. Si conclude così il Messaggio di papa Francesco per la Quaresima, sul tema: “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”. “Quando ci manca la speranza vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme”, l’esordio del Papa, secondo il quale “l’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto”. “Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo”, il monito: “Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega”. C’è un modello di crescita “che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. E’ come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà”. “Desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi col vecchio?”, alcune domande poste dal Papa: “La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero di operatori di pace e di giustizia mi convince sempre più che a dover essere denunciato è un deficit di speranza”, sostiene Francesco: “Si tratta di un impedimento a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove il cuore di Dio. Somiglia a quella nostalgia della schiavitù che paralizza Israele nel deserto, impedendogli di avanzare. L’esodo può interrompersi: non si spiegherebbe altrimenti come mai un’umanità giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti”.

“Dio non si è stancato di noi”. Ne è convinto il Papa, che esorta a vivere questo tempo liturgico come “tempo di conversione, tempo di libertà. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava”, precisa Francesco.

“E’ tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi”, l’invito: “Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso la carne del prossimo”. Per questo preghiera, elemosina e digiuno “non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano”. “Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà”, garantisce Francesco: “Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio”.

“La forma sinodale della Chiesa, che in questi anni stiamo riscoprendo e coltivando, suggerisce che la Quaresima sia anche tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato”. E’ la proposta del Papa, che in questa Quaresima invita ogni comunità cristiana a “offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore”. “Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una nuova speranza”, assicura Francesco, che rivolge a tutti le parole indirizzate ai giovani nella Gmg di Lisbona: “Cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi”.

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