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Settimana sociale: prima serata dedicata a Giuseppe Toniolo

La rivoluzione della bontà
04/09/2025

La figura di Giuseppe Toniolo, la sua “vita di bontà”, è stata la protagonista, martedì 2 settembre, della prima serata della Settimana sociale dei cattolici trevigiani, che riprende quest’anno il suo cammino, con la trentottesima edizione, dedicata all’amicizia sociale, su iniziativa di Diocesi di Treviso, Ac, istituto Toniolo, Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, Network per il Bene comune.

Una vita “buona” e “santa”, quella di Toniolo, convinto che la santità potesse diventare bene collettivo, comunitario, sociale. Uomo di spiritualità, di pensiero e azione al tempo stesso, economista e sociologo capace di intuizioni che conservano ancora attualità. Lo si è compreso, grazie ai tre interventi della serata.

Aldo Carera, storico dell’Economia dell’Università Cattolica, ha messo in luce che Toniolo, nel suo pensiero economico, si propone di fronteggiare l’individualismo, la “cupidigia”, “a lui interessava la condizione dei ceti operai”. Era attento alle trasformazioni del capitalismo, mosso dall’esigenza di mettere al primo posto la persona e dare coerenza a parole e azioni, senza fuggire dal contesto storico. “Aveva studiato a fondo le crisi economiche, in particolare la devastante grande depressione di fine Ottocento. Non era contrario alla libertà d’impresa e alla concorrenza, il problema era se si metteva al primo posto la «cupidigia», la sete di guadagno, sia a livello personale che sociale”. Importante anche il suo pensiero sulla dignità del lavoro e sulla centralità dei cosiddetti “corpi intermedi”.

Un importante contributo sul rapporto tra Toniolo e democrazia è venuto da Andrea Michieli, giurista e direttore dell’istituto di diritto internazionale della Pace intitolato a Toniolo. La sua idea di “democrazia cristiana” corrispondeva, in primo luogo, alla “vitalità del tessuto sociale”, e pensava che essa potesse venire, in primo luogo, dall’immissione, nella società, di giustizia e carità, che la gerarchia sociale dovesse avere, come riferimento, la “lavanda dei piedi”. Profetico, poi, il suo impegno per la pace, e l’idea di un istituto di diritto internazionale, che immaginava guidato dal Vaticano.

La santità di Toniolo, del resto, emerge con chiarezza dal suo profilo spirituale, come ha spiegato il vescovo, Michele Tomasi, che ha fatto ampio riferimento a testi del Toniolo, a partire da una lettera scritta al vescovo di Treviso, Andrea Giacinto Longhin, nel 1915, dopo la morte della figlia monaca Maria Pia, che viveva nel monastero delle Visitandine, a Treviso. Il centro della sua vita, ha spiegato il Vescovo, era “la fiducia piena in Dio”, e in una spiritualità che metteva insieme fede e vita, scelta vocazionale, studio, azione, “senza alcuno stacco”. Toniolo “pensa a diventare santo, ma crede anche a una società di santi”. Se, negli ultimi decenni, ci siamo abituati a riflettere sulle “strutture di peccato”, Toniolo, in un certo senso, pensa a strutture di santità”, di bontà, di virtù. Mons. Tomasi ha evidenziato anche il valore della sua spiritualità eucaristica incarnata, “dono fatto a noi di ciò che succede nella redenzione, sulla croce”. E ha messo in luce la concretezza della sua regola di vita spirituale.

La Settimana sociale vivrà il secondo appuntamento il 24 settembre, quando il sociologo Mauro Magatti parlerà di “L’amicizia sociale in un tempo di policrisi”.

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