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Licenziamento per giusta causa per comportamenti extralavorativi

16/10/2025

Può il comportamento extralavorativo compromettere il rapporto di lavoro? La risposta ce la fornisce la Corte di cassazione con una recente sentenza, la n. 4797 del 2025. Il caso riguardava il licenziamento in tronco di un istruttore di polizia municipale, dopo che era stato condannato per aver posto in essere minacce gravi e reiterate molestie all’ex compagna causandole, in tal modo, uno stato d’ansia, paura e preoccupazione con modificazioni della condotta di vita. L’agente ha presentato ricorso contro il licenziamento e in primo grado la sentenza del Tribunale gli ha dato ragione.

Tuttavia, la Corte d’appello ha ribaltato la situazione riconoscendo la gravità delle condotte persecutorie. Per la Corte, un simile comportamento, pur avvenuto al di fuori dell’ambito lavorativo, ha un impatto diretto sul rapporto professionale.

I Giudici d’appello hanno ravvisato nell’uomo una forte instabilità emotiva, tale da renderlo inidoneo a svolgere le funzioni di agente di pubblica sicurezza. La Corte di cassazione ha, successivamente, confermato la legittimità del licenziamento disciplinare per stalking, respingendo la tesi difensiva secondo cui la vita privata non dovrebbe incidere sul lavoro. La sentenza sottolinea che i rapporti antisociali e penalmente rilevanti possono compromettere il rapporto fiduciario con il datore di lavoro. Per lo stesso motivo, licenziato anche un giornalista della Rai.

Negli ultimi tempi si sono verificati altri casi simili. A una venticinquenne veronese non è stato rinnovato il contratto stagionale nel famoso parco di Gardaland dopo che il capo del personale le aveva detto che la sua attività sulla nota piattaforma digitale di intrattenimento per adulti non si addice all’immagine che il parco intende dare all’esterno. Ancora più attenzione ha suscitato il caso della maestra di una scuola per l’infanzia paritaria cattolica nel Trevigiano sospesa dall’insegnamento e poi licenziata, perché accusata di condotta non etica, in quanto si esibiva nella medesima piattaforma digitale. La risposta alla domanda se il licenziamento sia legittimo varia da caso a caso, anche in base al tipo di datore di lavoro da cui si viene assunti e all’eventuale sottoscrizione di codici di comportamento. Quest’ultima modalità è molto utilizzata all’estero e dalle pubbliche amministrazioni. In Italia ci si rifà alle norme del codice civile e alla giurisprudenza che ne suggerisce l’interpretazione, ma il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta valutando una modifica al regolamento del 2023 che disciplina l’uso dei social media per i dipendenti pubblici.

L’obiettivo è quello di estendere le norme già in vigore, includendo una specifica rivolta al personale scolastico.

Del resto, per quanto riguarda il personale scolastico, la funzione educativa e l’uso dei social media richiedono un comportamento che sia coerente con i valori della scuola e che non comprometta il rapporto fiduciario con il datore di lavoro. La giurisprudenza ha tracciato linee guida importanti, ma il confine tra diritti individuali e responsabilità professionali resta un terreno complesso e in continua evoluzione.

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