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A palazzo Moretti, a Treviso, una delle novantanove Case di comunità del Veneto

Entro un anno Servizi sanitari più prossimi ai cittadini, con il Pnrr. La sfida successiva sarà quella di trovare il personale, ma il dg dell’Ulss 2, Benazzi, rassicura
12/06/2025

Mentre l’orologio ticchetta inesorabilmente verso il termine massimo di chiusura dei cantieri del Pnrr, si concretizzano sempre di più le cosiddette Case della comunità, previste all’interno della missione 6 – Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza, strutture sanitarie di prossimità che fungeranno da punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie. Saranno 99 in tutto il Veneto, con un finanziamento ricevuto dalla Regione di oltre 135 milioni di euro, e, da mandato europeo, dovranno essere concluse entro giugno 2026. Qualcosa finalmente comincia a muoversi anche a Treviso: è arrivata da pochi giorni l’approvazione da parte della Giunta comunale della delibera per la valorizzazione e la rifunzionalizzazione di palazzo Moretti, edificio storico situato in via Isola di Mezzo 37, in cui sorgerà una delle due Case trevigiane.

Nuova vita per palazzo Moretti

L’Azienda sanitaria lo aveva abbandonato giusto due anni fa, proprio perché inadeguato dal punto di vista strutturale, ma è ormai confermato e siglato che quei servizi sanitari usciti da una porta malconcia rientreranno a giugno 2026 per un portone ristrutturato di zecca. Il Comune di Treviso ha, infatti, ufficializzato la concessione in godimento gratuito dell’immobile all’Ulss 2 per i prossimi trent’anni e, grazie al Pnrr, quella struttura storica da 1.530 metri quadri, ma ormai decadente (di proprietà del Priorato laicale di S. Maria Mater Domini De’ Fossis, ma affidato, appunto, al Comune) tornerà a splendere: “Ci saranno 19 ambulatori, medici di famiglia in rotazione, telemedicina e gestione di pazienti cronici come diabetici e cardiopatici”, spiega con entusiasmo il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi. “Accoglierà alcune visite e prelievi attualmente gestite nella sede di borgo Cavalli e specialisti al momento attivi solo nella sede di Motta di Livenza, soprattutto in specialistiche come oculistica, ecografia, rx, cardiologia, pneumologia, che saranno dunque potenziate”. La vicinanza del parcheggio Cantarane e la centralità della zona rendono palazzo Moretti il luogo perfetto per accogliere una Casa della comunità. Il progetto ammonta a 2.940.000 euro, di cui 2.200.000 euro finanziati con il Pnrr e, sul tema, l’assessore al Bilancio e al Patrimonio del Comune di Treviso, Riccardo Barbisan, si spinge a sottolineare che palazzo Moretti “potrà fare da volano per altre proprietà pubbliche della zona che necessitano di interventi e di avere una funzione ben precisa”.

Fiera, altro punto nodale

L’altra Casa della comunità prevista all’interno del Comune di Treviso sorgerà invece a Fiera. Si tratta, anche in questo caso, di una zona dotata di comodo parcheggio, ma soprattutto, attualmente, sprovvista di servizi sanitari. In questo caso, il progetto è di 2.190.000 euro, di cui 1.440.200 euro saranno coperti con fondi Pnrr per un intervento su 750 metri quadri. Al numero 30 di via S. Ambrogio di Fiera i lavori sono già iniziati, e si prevede di terminarli per marzo 2026, garantisce ancora Benazzi; anche perché di proroghe, dall’Europa, non ne sono previste. In questo caso l’immobile era già di proprietà dell’Ulss 2, un ex asilo parrocchiale che l’Azienda sanitaria, diversi anni orsono, intendeva trasformare in asilo privato per i propri dipendenti, progetto a oggi non più fattibile. Qui è prevista l’erogazione di prestazioni di assistenza di base e cure primarie, assistenza specialistica ambulatoriale, diagnostica di laboratorio di base per immagini; 8 gli ambulatori specialistici, oltre a un punto unico di accoglienza, un punto prelievi e servizi comuni.

Alcuni dubbi

L’operazione potrebbe sembrare un classico “win-win”: ristrutturo il patrimonio edilizio e lo utilizzo per creare servizi della comunità, il tutto utilizzando fondi europei. Di certo lo è, ma qualche perplessità resta sul piatto. Per esempio, rimanendo sul tema economico, rispetto a quanto inizialmente preventivato i costi delle Case delle comunità sono notevolmente aumentati: si parla di 12 milioni di euro in più solo nel territorio dell’Ulss 2, ma che, pare, la Regione del Veneto si sia precipitata a coprire. Altro punto debole della catena è il personale, la cui mancanza si lamenta da molto tempo; anche in questo caso il dg smentisce e rassicura: “Le specialità ci sono, la difficoltà è che non ci sono gli spazi”. Scopriremo nei prossimi mesi se davvero si tratta solo di una questione immobiliare.

Le altre Case nella diocesi

Il progetto delle Case di comunità, come detto, è estremamente ambizioso e coprirà l’apertura di numerose strutture all’interno dei territori della diocesi. Per quanto riguarda l’Ulss 2 Marca Trevigiana, oltre alle due già citate a Treviso, le nuove Case apriranno anche ad Asolo (via Forestuzzo 41), Castelfranco (via dei Carpani 16/Z), Pieve del Grappa (via IV Novembre 30), Dosson di Casier (via Peschiere 18), Mogliano (via XXIV Maggio 37), Montebelluna (via Ospedale 54), Paese (via Olimpia 13) e Villorba (via Silvio Pellico 16), ma sono 18 in tutto il territorio dell’Ulss 2. In totale sono altre tre nell’Ulss 6 Euganea per la diocesi di Treviso (in tutto 19): Trebaseleghe (via Rupolo 1/A), Camposampiero (via Cao Del Mondo) e San Martino di Lupari (Via Manin). Nei territori dell’Ulss 3 (saranno 11 in totale), sorgerà a Martellago (via Trento 83) e a Noale (piazzale della Bastia 3). Cinque, sono, infine, quelle dell Ulss 4, tra cui una a San Donà di Piave (via Verdi 8).

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